Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/285

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BUG — 263 — BUS


o Diece vote buono, Buono co l’icchese, ec.

Buono, esclamazione, serve per approvare. Ciucc. 7. 28. Buono, l’avimmo propio annevenata. Cap. Son. 109. Diciarrite pe forza: o bravo! o buono!

N’è cosa bona si dice per dire È cosa diabolica o Vi è di mezzo malia. Lo Sagliem. 3. 10. N’è cosa bona chiù: aglie e fragaglie.

Dicesi pure per indicare Cosa assai pericolosa. Fas. Ger. 12. 19. Figlia, n’ascire, ca n’è cosa bona.

Dicesi di tempo o misura per indicare piuttosto più che meno. Fas. Ger. 2. 56. Sta lontana Da la matrobbele otto miglia bone. Bas. Pent. 3. 8. p. 332. Cammenato na bona jornata, trovaje ec. E 4. 10. p. 116. S’aveva puosto nzino no buono parmo de mbroccato riccio.

Pure è buono vale Egli è pur bene.

Buonommo. V. Buono.

Buonotrovato. Bentrovato. Bas. Pent. 3. 3. p. 287. Le disse: buonotrovato, gentilommo mio. E Cecio le respose: buonovenuto, patreciello mio. (Porc. ha bentrovato e benvenuto).

Buonovenuto. Benvenuto. Bas. Pent. 3. 2. p. 278. Le disse che fossero pe mille vote li buonevenute. E 3. p. 284. Singhe lo buonovenuto.

Buordo. Bordo. Ol. Nap. acc. 17. 8. (?) E bide cca sperciare Buorde de nave rutte comm’ a paglie.

Burchio. Burchio, Burchiello. Cap. Son. 151. Io de sti caparrune lurde e chiarchie Nne vorria carrecà tartane e burchie.

Burgensateco. Burgensatico, Allodiale.

Burgo. Sobborgo, Borgo. V. Borgo. Fas. Ger. 6. 11. E si nfra tanto Li burghe e li casale stanno sotta, No nce nn’ammojenammo chiù che tanto. Ol. Nap. acc. 4. 29. E li burghe che quase so celate Veneno appriesso; e chi le po contare? (Parla di quei di Napoli, che borghi in origine, compresi poi nella cerchia allargata, ritennero l’antico nome). Mandr. all. 2. 22. L’utema vota che ngrannuta fuje, Do li burghe so mo no nc’era casa. E 31. Virgene, Sant’Antuono, Rito e Chiaja, Burghe de sta cettà so ncrusione.

Burla. Burla. Bas. Pent. 1. 6. p. 77. Da principio lo prencepe la pigliaje a burla. E 3. 2. p. 270. Ste parole… si so da burla hanno de l’aseno, si so da vero feteno de caperrone. Cort. C. e P. 6. p. 178. Se be la primma fu burla, accossì fosse chesta. Lo Corz. 3. 18. (?) Le burle non se diceno, se fanno. Lo Sagliem. 3. 19. Via, ch’è stata na burla.

Burlare. V. Borlare.

Burlaria. Burla, Scherzo. Val. Com. Ap. 80. Ma io che be lo seppe penetrare No lo pigliaje securo mburlaria.

Burletta. Dim. di Burla. Cap. Son. 266. (1876). Co scusa de le fare na burletta.

Quello che oggi diciamo Farsa. Sciat. 3. p. 251 . E doppo li trinchelanze e scottemorghene, parte fecero na burletta a rimpronto. Mandr. as. 2. 17. A Vietri jero, addò co sti caicche Na burletta armaje Luca Cacciamole.

Burlotto. Brulotto. Rocc. Georg. 2. 75. E comme fosse no burlotto La serva nfiamma abbascio, mmiezo e summo.

Burò. Cassettone. Fr. bureau. Pal. Don. van. 1. 16. (?) A chi l’aje consegnata?— A na figliola cca che l’ha stipata Dint’a chillo burò. La Mil. 1. 12. Va, saglie ncoppa, e piglia La tabaccherà dint’a lo burò.

Burrattino. Pupo, Fantoccio, Burattino, e dicesi anche di uomo ridicolo. La F. 1. 5. (?) Le figliole Vonno movere l’uommene A gusto lloro comm’a burrattine.

Burro. Burro. Cap. Il. 7. 58. Ca la ramma a la fina non è burro, E la vreccia non è cacca de ninno.

Burzia. Bolsaggine.

Burzo. Bolso. Lor. Gel. p. gel. 1. 4. E che aje da dire, cavallaccio burzo? Tior. 7. 6. Ed, uh che burza, te dicette Mase. (Qui fig. detto a donna).

Bus, Busse, Busso. V. Rummo. L’ultima delle cifre che si aggiungevano all’alfabeto quando esse si adoperavano nella stampa. Cill. 1. 231. (?) Non fa manca fellusse, E po nfi a rummo e busse Te voglio fa vedè si saccio lejere. Bas. Pent. 3. 3. p. 285. Tirava quanto poteva e steva mpizzo d’arrivare a lo rummo e busse de l’arfabeto vitale.

L’ultimo fine. La cosa più importante. Pag. Rot. 3. 23. Piso che pe nce fa cucche e papute Jette a lo busso de la