Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/303

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fa de le crejanze Lo calateo. Fas. Ger. 2. 61. Avea lietto Buoao la calateo. Cap. Son. 78. No cierto calateo, no ritoale. E 173. Stracquo de revotà lo calateo. Vott. Sp. cev. tit. Lo calateo napolitano.

Calatura. Rovescino, Costurino, nelle calze.

Propaggine di rami o tralci.

Calaturo. Ramo o Tralcio che si propaggina.

Calavresata. Azione da calabrese.

Calavrese. Si dava questa donominazione a tutti gli studenti di provincia che venivano in Napoli, e poi si estese a tutti coloro che nei modi mostravansi rustici e zotici, e talvolta incivili e scostumati, ed anche a quelli che si fanno gabbare dai venditori.

Parco de li calavrise nei teatri dicesi il Lobbione.

Farese calavrese vale Non mantenere la data parola. Sadd. Bar. 3. 4. Ched è! te fusse fatto calavrese Mo che la cosa è fatta? Lo Sagllem. 2. 12. E lloro li scroccune Se fanno calavrise, Tu no li bide chiù.

Varietà del Triticum coerulescens.

Calavresella. Giuoco di carte in tre simile al tressette. Semp. fort. 2. 1. (?) Lo patrone la sera cca becino Da no cierto mercante se ntrattene A fa quatriglio o la calavresella. Pal. Donn. van. 2. 11. (?) Volimmo Fa na partita a la calavresella, Io, tune e la sorella.

Calavria. Calabria, ed usasi anche per Calabrese.

Nfettare Calavria. V. Nfettare.

Passare a uno Ncalavria vale Farlo restare come uno sciocco. Fas. Ger. 12. 50. E le passa Ncalavria tutte quante.

Calavrice. Lazzeruolo gazzerino, Agazzino, Marruca nera, Crataegus oxyacantha. Pag. M. d’O. 9. 11. Co la calavrice Lo cotugno e lo niespolo va mpoppa. E Rot. 18. 27. Vedence faje, cierre e calavrice N’ombrecella nce fare allegra e fresca. Prisc. Mesc. 1. 10. Maje na calavrice non nzertata No bello frutto t’ha potuto fare.

Calavrone. Calabrone. Racc. Georg. 4. 60. Lo calavrone che se nce ntroduce.

Calece. Calice nel sign. ecclesiastico. Prisc. Mesc. 1. 25. E sto calece sta chino De lo sango mio devino. Pag. Rot. 7. 8. Lo calece a squatrà senza confuorto Quase se sgomentaje l’omanetate.

Calecutte, Calecutto. Calicut, e Tessuto che viene da quella città.

Si usa anche a dinotare Luogo lontanissimo. Stigl. En. 2. 68. Nfi a mo dove si stato? a Calecutto? E 9. 114. De lo munno tutto Sarrà patrona pe nfi a Calecutto.

Calafato. Calafato. Cap. Son. 32. Creo ca no calefato de galera N’appila tanta busce nne no mese.

Calendola. Calendola, Fiorrancio, Calendula officinalis.

Calennario. Lo stesso che Calannario.

Calenne. Calende, e si usa nella frase Cantare le calenne a uno che vale Dirgli la verità spiattellatamente sui suoi mali portamenti o vizii. Lor. Am. com. 2. 3. Tu nzomma le calenne Te vuò sentì cantà. Pal. Fal. mag. 1. 10. (?) Songo ommo, Sa, de cantarve a tutte le calenne.

Calera. Lo stesso che Galera. Lo Sagliem. 3. 18. Jarraje ncalera co lo frustiggeto. E 20. Te faccio na quarera… e baje ncalera.

Calessa, Calesse. Lo stesso che Galessa.

È anche specie di cocchio elegante. Fr. calèche. Cant. 3. 3. (?) Dov’è, si don Mattè, L’andau e la calessa? Li sfarze co le gale?

Calessella. Lo stesso che Galessella.

Calessiere. Lo stesso che Galessiere.

Calessino. Lo stesso che Galessino.

Calfarda. Specie di berrettone che si ponevano gli arcipreti di alcune chiese di Napoli in certe cerimonie ecclesiastiche.

Caliare. Abbrustolire, Tostare, e dicesi di alcuni legumi, come fave, ceci, ec. Pag. Petr. 1. 1. (?) Veccote no trecchialle Ca te nn’accatte caliate cicere. Pal. Ol. 1. 16. A treccalle e a tornesielle, Caliate fave e cicere Ve nne dongo nquantetà. Tior. 1. 18. O chisso è milo sciuoccolo? o è nfrutto Cecero caliato?

Caliata. Sottrazione, Furto. Bas. Pent. 4. 2. p. 26. Penzanno ognuno de lloro che lo compagno avesse fatto la caliata.