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D. Nel Congiuntivo, il presente non è adoperato se non in alcune maniere ottative o imprecative: Puzz’ avé’ bbéne!; Ddi’ ce fàccia saleve!; Hajja mé!; Mujaddì!; Che scî mmaréjje!; Che tte pòzze l’óm’ accide’! Di regola, nelle proposizioni dipendenti da un verbo di t. pres., si esprime col pres. dell’indic., o, più spesso, con l’imperf. del congiuntivo istesso: Dijje che cce vajje, o che cce jésse; e anche, in alcuni casi, col più che perfetto: M’á ditte ch’avisse menute subbete, Mi ha detto che tu venga presto;... che tte l’avisse pijate,... che te lo prenda; Mamme ne’ vvó che cce jésse, o che cc -i- avésse jite sóle, La mamma, Mia madre, non vuole ch’io ci vada sola. — Questo passaggio al più che perfetto è più frequente dell’imperfetto: Ii’ me credé ca me l’avésse date, Credevo che me lo desse; e in luogo dell’infin.: Nne’ je putive dice’ ch’avéss’ aspettate?, Non potevi dirgli di aspettare? — Inoltre, le tre persone plur. dell’imperf., dai più volgari, sono spesso adoperate nella forma latina del più che perfetto: Candasséme, Tenasséte, Leggiasséte, Sendasséte.

E. Il Condizionale ha due forme: a) una identica a quella dell’imperf. del cong. ital.: Ji’ facésse, Jésse ecc., Io farei, andrei; Ce štésse Minghe?, Sarebbe codesti Domenico?; Tenisse ’nu sìchere!, Avresi un sigaro?; Te piacésse?, Gradiresti? (di questo vino ecc.); Me sapiss’ a ddì’...?, Sapresti dirmi...?: e l’altra simile a quella dell’imperf. del cong. lat.: Ji’ farré, Jarré [In molte delle nostre parlate, più schiettamente: Ji’ facére, jére, ecc., in 1a e 3a pers.; o, in forme analoghe: *Faciarrèbbe, Farei, *Jarrèbbe, Andrei ecc.].

F. La 2a pers. sing. dell’Imperativo, nei verbi della 1a coniug., non muta l’a del tema verbale. Nelle altre, la stessa delle corrispondenti dell’indic. In “Essere„, ved. altre modificazioni nel n. 152. La 1a e 2a plur. sono simili alle rispettive pers. dell’indic. pres. La 3a sing. e la 3a plur. come le rispettive del pres. dell’indic.; più volgarm., come quello dell’imperf. del congiuntivo, e d’ordinario precedute da un ô cche (voglio che): Ô cche le manne, o *mannésse, Lo mandi; Ô cche lo diche, o *decésse, Lo dica.

149. Flessione — a) Come, nella flessione nominale, alla mancanza delle desinenze, per la determinazione del genere del numero e del caso, si supplisce con l’articolo, e alcune volte con la metafonesi della tonica (ved. n. 118); nella flessione dei verbi, alla mancanza di desinenze, per la determinazione dei numeri e delle persone, si supplisce con l’uso del pronome personale a altresì con cambiamenti della tonica, dove ciò è consentito dalle leggi fonetiche.

b) La forma delle pers. 1a, 3a sing. e 3a pl., meno che nel perfetto dell’indicativo, è simile iu tutti i tempi dei vari modi, fatta qualche eccezione nei verbi irregolari.

c) La 3a pers. dell’indic., quando non ha forma perifrastica (ved. n. 148, C) riceve non di rado dai più volgari la giunta di un éjje: Neçiùne je pecuréjje cchiù, Nessuno gli leva più gli occhi in viso; Šte du’ casce se bbelangéjje, ...si bilanciano; L’ùcchie me lacreméjje, ...mi lacrimano; Spasseggéjje, Passeggia; Seluštrijéjje, Lampeggia — Qualche volta, anche la 2a sing. dell’imperat.: Revulìjjete!, Règolati!; Študìjjete!, Affréttati!

150. Non mancano casi di passaggio da una coniugazione all’altra, quanto a forma dell’infinito: Ferá’, irreg., Tirare, del vento; Arevullá’, Šturciará’, Storcere: e nel pres. e imperf. di Jì’, Andare (ved. n. 156). Sajje’, Salire; Sparte’, Spartire; Sènde’, Sentire, Dare ascolto; Pruvéde’, Provvedére; Scurì’, Oscurare.

Nota. — In moltissimi sottodialetti del Chietino e del Teramano, l’imperfetto dell’indicativo di tutte le coniugazioni è uniforme a quello della 1a; Tenave, Teneva; Leggiave, Leggeva; Sendave, Sentiva.

151. a) Nel nostro uso, tra gli ausiliari Essere e Avere c’è sempre un conto aperto: Hajje štate, Sono stato; So’ ’vute, Ho avuto; So’ fatte; So’ ditte; Hajje jite; Hajje menute; Me le çî da dá’, Me l’hai da dare, Hai da darmelo; J’á bbaštate, *bbaštute, Gli è bastato.

b) Inoltre, hanno due “alter ego„ in Stare e Tenere (ved. n. 148, C): Šta’ ’mmezzate, Essere avvezzo; Addó štî?, Dove sei?; Šteng’ a la case, Sono in casa; Ce ne šta puche Ce n’è pochi; Ce ne šta naprise, Ce n’è molti; N’n ge šta quatrine, non c’è quattrini; Šta ’ssettate, È seduto; Šta fatte bbóne, È fatto bene; Šteng’ a pprengìpïe, Sono al principio; Štî calle?, Sei caldo?; Šta ’mmalate,