Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/816

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MÉSSA. — 760 — MESTIÉRF, dirsi per Dire solennemente la prima mesis'à. l Levar la messa a un prete, Intimargli che più non la celeori; e 10 fa il vescovo per gravi cagioni: « Faceva vita scandalosa, e gli fu le- vata la messa: allora si finse libera- le, e fece il persegnitito. > [ Servire ìa messa, Assistere e rispondere al prete nel sacrifizio della messa. Il Ser- vire la messa a uno, si dice fignra- tam. e familiarm. per Metterlo in ma- la voce appresso clii può gastig.irlo, Palesare le sue colpe, perchè ne sia castigato: «Non dubitare, no, birba; ora ti servo la messa. » || Entrare o Uscire, la messa, L'andar che fa il prete all' altare per dire la messa, o II' uscirne. Il .4??o messa! o Alla mes- sa, ma una panca per uno, diccsi al veder mangiare o bere alcuno cosi strabocchevolmente da sgomentarsi a far con esso compagnia. Dicesi an- che Alla messa in Duomo: la è chiesa grande. || Va' alla messa, dicesi fami- liarm. con leggiera imprecazione, a chi dica cose non credibili, come Va' a farli benedire: « Eh va' alla messa ; a me tu non me lo dai a intendere. » — D.il basso lat. missa. Méssa, s. f. T. di giuoc. Quel tanto (li denaro che i giocatori concordano che debba correre volta per volta in certi giuochi, e che si deposita da ciascuno: «Facemmo una corda di cinque lire, e, rimasto solo con un al- tro, facemmo a salvar la messa: -La messa è di dieci lire. » i! >/?«««, Pol- lone o Germoglio delle piante: « I frutti hanno tutti di belle messe. » li Afesso di voce, T. mus. Voce prolun- gata che, cominciando pianissimo, va crescendo fino alla massima forza, e quivi ritenuta nn poco va digradan- do sin dove aveva cominciato: eser- cizio di grande utilità a chi studia il canto. Il t3/esso in scena, per Appa- rato scenico, è sconcio gallicismo.— Da mettere. Messaggeria, s. f. Voce francese, ma foggi:ita sopra l'uso antico ita- liano, che si nsa per quel Servizio regolare, o di vetture, o di legni di mare, che fanno gite piuttosto lun- ghe: «Le messaggerie imperiali. > Messagglèra. fem. di Messagglcro. Messagglère e Messaggièro. s. m. Colui che porta una ambasciata, o annunzio di molta importanza: « Fu messaggièro della Uegina il Conte C.: -Venne un messaggièro da Parigi.» 11 Si usa anche in forma à.'ad. per Annunzi.atore, detto di cose: «Sogno

mess;igf;iero

  • || Per similit. o familiarm. Libro grande qualunque: « Ecco il sor Pietro; guarda che messale ha sotto il braccio ! » — Dal basso lat. missale. Mèsse, s. f. La raccolta delle bia- de^ ma specialmente del grano: « Ora è il tempo della messe. » Voce del nobile linguaggio, dicendosi comune- mente Segatura o Mietitura. || Le bia- de stesse ancora da mietere: « La messe è abbondante, e incomincia a ingiallire. » 11^(7. Raccolta di qualun- que altra cosa : « Ha fatto buona messe di notizie: -Buona messe di materiali per la sua opera.» — Dal lat. messis. Messère. ». m. Titolo di maggio- ranza, che oggi si suol dare sola- mente a' dottori di legge. Il Qualche volta si dice, in modo familiarissimo, a persona di conoscenza che si veg- ga giungere a noi: « Oh, messere, co- me va? » Il II messere, dicesi in modo basso per II deretano: « Cadde, e battè il messere. » — Da mio e sere. Mio signore. Messia, s. m. G. Cristo, il quale fu il Mandato da Dio, secondo le anti- che promesse fatte a' patriarchi, per redimere l' uman genere. Gli Ebrei lo aspettano tuttora; e però dicesi fa- miliarmente Aspettare il messia, per Aspettare invano una persona. — Dal- l'ebr. masiach. Unto, Consacrato. Mésso, part.p. di Mettere. Mésso, s. m. Colui che si manda a portar annunzj, lettere, ec.: «Ti av- viserò per mezzo di un messo: -E venuto un messo a posta per dar no- tizia del matrimonio. » ;| Donzello di certi magistrati, che va attorno per eseguire mandati co., e che oggi, mu- tato nome, si chiama Usciere; « Ven- ne un messo del tribunale a portar- gli un precetto ' [ Aver perduto il messo e il mandalo, suol dirsi pro- verbialm. quando si manda alcuno perchè ci riporti qualche notizia, ed esso non toma. — Dall' ad. lat. mi'ssus. Mestamente, aw. Con mestizia: « Fu mestaiiientc accompagnato alla sepoltura: -Le valli mestamente ri- sonavano di lamenti e di pianti. > Mestaménto, s.m. L'atto del me- stare; più spesso ne! fig.: «Si vedrà dove va a riuscire tutto questo me- stamento. » Mestare, tr. Agitare, specialmente cose liquide morbide, con me- stola, o con mano, acciocché le di- verse parti di esse si uniscano bene insieme: «Fa' bollire una mezz'ora, e poi mesta ben bene per un pez- zo, finché non sia diventata una pa- sta atisai consistente: -Mestare la po- lenda. » Il fig. e familiarm. Adoperarsi e affannarsi in una o più cose, ma senza discernimento, e per pura sma- nia di fare; e usasi anche assolutam.: « Mesta e mèsta, non fa nulla di buo- no: -Non sa nemmeno egli quel che si mesta. » Il Trattar cose pubbliche private con una certa autorità e padronanza: « Hanno la smania di mestare, per avvantaggiarsi: -In ca- sa B. mesta ogni cosa egli. » Part.i). Mestato. — Dal lat. mioUus, quasi miodare. Mescolare. Mestatóio. ». m. Istrnmento da me- stare; «Bisogna agitarla molto con un mestatoio piuttosto grosso. » Mestatóre-óra-trlce.i;er6(7?.da Me- stare; Chi Che mesta, specialmente nel senso di Trattar cose pubbliche o private con una certa padronan-
    a. « È uno dei soliti mestatori : -
    Adesso non ci sono solamente i me- statori ; ma anche, le mestatrici. » Mestica. ». f. Composto di diverse terre macln.ite con olio di noce, di lino, che s'impiastra sopra le tele, o tavole che si vogliono dipingere.!! Mescolanza di colori, fatta d.al pit- tore sulla tavolozza : « Valentissimi nel far la mestica per le gradazioni de'colori. » Mesticare, tr. Dare la mestica, Di- stendere la mestica: « Fece mesticar bene la tavola, cominciò a dipin- gere. » Il in<r. Far la mestica de co- lori ec.: «Aveva una rara abilità nel mesticare. » Part. p. Mesticato. || In forma A'ad.: «Tela mesticata: - Colori mesticati.» Mesticatóre. ». m. Chi fa e vende le mestichc ed i colori belli e me- sticati. Mesticclare. inlr. Trattare una fac- cenda copertamente ed alla peggio. Ingerirsi in una cosa senza biso- gno: « Ma che diavolo mesticela quel- l'imbroglione? » Part. p. Mestic- CIATO. Mestlcclóne-óna. ». m. e f. Chi fa checchessia di sotterfugio e alla peggio. Mesticheria. ». f. Bottega, ove si vendono mestichc, colori beli' e me- sticati. Mestichino ». m. T. piU. Piccolo strumento di acci.iio, fatto a foggia di coltello, flessibile e con la punta rotonda, del quale si servono i pit- tori per portare i colori sopra la tavolozza, e quelli mescolare a lor bisogno. Mestlericcio. pegg. dì Mestiere; Cattivo mestiere, dove altri si affa- tica molto e guadagna poco: « Quello del fabbro è un gran mestieraccio. » Mestierante. ». m. Chi esercita un mestiere. |; In modo dispregiativo, dì- cesi di nn artista che esercita l'arte per il solo guadagno e senza dignità, come se fosse un mestiere. Mestière. ». m. Arte mannaie che si fa per guadagnar da vivere: «Il legnaiuolo non e un' arte^ ma un me- stiere: -Dizionario di arti e mestieri: - Fa il mestier del calzolaio :-Vo'met- tere il mìo figliuolo a nn mestiere :- Uomo che conosce il mestiere : - Non ha nessun mestiere, fall vagabondo. » Il Ciascuno patisce del suo mestiere, suol dirsi proverbialm. quando per esempio nn calzolaio ha le scarpe rotte, nn cappellaio il cappello lo- goro, ec. il Si dice anche di altri eser- cizi che non son propriamente me- stieri: «Il mestiere delle armi.» |iE di parecchi che esercitano le lettere, le arti ec. per puro guadagno, si può dire che fanno il mestiere del lette- rato, dell' artista, ec. M^ Essere del mestiere, nel linguaggio famil. non ha nulla di avvilitivo, e vale Esser pra- tico di sua arte, professione ec: « E uomo del mestiere, e ci si può fidare : -Vorrei esser giudicato da uno del mestiere. » il 2?» mestiere, aggiunto al nome dì qualche arte, come Fabbro, Muratore ec. ed anche Letterato, Po- litico ec. vale Che fa il mestiere del fabbro, del muratore, e dispregìati- vam. di politico, di letterato, ec. || Chi vuol far V altrui mestiere, fa la zuppa nel paniere, prov. che riprende coloro i quali si voglìon mettere a far cosa che non è da loro, e della quale non sanno l'arte. H II. Mestiere, vale an- che Bisogno, Dnopo, nelle frasi Esser mestiere. Far di mestiere, Ci me- stiere la tal cosa: « In queste imprese è mestiere un gran coraggio: - Dio