Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/817

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MESTIERUCCIO. 761 - METALLO. conosce quel che fa di mestiere a cia- scuno. » Ma sono maniere del nobile linguajjgìo. — Dal lat. viìnisterium. Mestleruccio. dispr. di Mestiere: € Quello del ciabattino è nn mestie- ruccio. > Mestizia, s. f. Afflizione di animo che fa esser l'uomo cogitabondo e Herio nell'aspetto: < La mestizia sua gli apparisce nel volto. » — Dal lat. mcestilia. Mèsto, oi. Addolorato, Malinconico: « È sempre mesto, n^ o' 6 verso di consolarlo. » ii Clio dimostra e denota mestizia : « Volto mesto : - Occhi me- sti. » Il Che cagiona mestizia: « Mesto canto : - Musica mestissima: - Mesta jioesia, > — Dal lat. mcestus. Méstola. ». f. Arnese di ferro, di Torma quasi triangolare, e con Iha- nico di legno, di cui si servono i mu- ratori per pigliare la calcina dal vas- >>oio dalla nettatola, e distenderla nel suo luogo. Adoperar bene la me- Uola, Saper bene 1 arte del murare. il Mestola, Pezzo di asse, da una parte

i3Sottigliata a modo di manico, dal-

l'altra lasciata larga e rotonda, con la quale si battono le piote, accioc- ché serrino bene insieme facendo ter- rapieni; e anche le lavandaie battono con essa i panni sulla pietra del la- vatoio. || Strumento simile, salvo che più piccolo, col quale si giuoca alla palla. Il ilfesfo^c, per similit. e gioco- samente si chiamano le Mani assai lunghe e grosso: € Ha un par di me- stole da far paura. » Il Ji«nar le me- stole, Mangiare ingordamente, e anche Dar busse. — Da mestare. Mestolàia. ». f. Donna che va at- torno vendendo mestoli, esca, fusa, ce. Il Mestolàia, Pezzo di panno di ca- napa, bianco, che ha più buchi, dove s' infilano i mestoli, e suol tenersi attaccato nella cucina appresso al focolare. Mesiolàio. ». m. Colui che fa e vende i mestoli. Mestolata. ». f. Quantità di chec- chessia presa con mestola: t Con quattro mestolate di calcina si rime- dia. » Il Colpo dato per piatto con un mestolo. Mestollno. dim. di Mestolo. || Co- minciare dal mestolino, si dico fanii- llarm. per Mettere su casa di tutto punto, incominciando dalla masseri- zinola più minuta. Méstolo. ». m. Specie di cucchiaio di legno, pochissimo incavato e di lungo manico, che serve per rimc- nar la roba nei vasi da cucina o da fornello. {[Avere il mestolo, dicesi pro- verbialm. di chi ha autorità sopra ogni altro in una associazione di nentc, nel Governo, e simili. Mestolóne-óna. accr. di Mestolo. i Per similit. e in linguaggio tamil. Uomo o Donna scimunita, o di grosso ingegno. Mestóne, s. m. Uandelletto o Mat- terello, col quale si mesta la polenda. Mestóne-óna. ». m. e f. Uomo o Donna che abbia smania di mestare, cioè trattare con una certa padro- nanza faccende pubbliche o private: « Tutti sanno che k un gran mestone costui:-E de' soliti mestoni :-A'tempi che corrono i mestoni sono in abbon- danza. > Meno odioso di Mestatore. Mestruato, ad. Detto di donna, Che ha i mestrui. Mestruazióne. ». f. Uìcorrenza del mestruo. Mèstruo. ». m. Purga mensuale delle donne. — Dal lat. menstmum. Mestùra. ». f. Composizione fatta di diverse so.stanze per lo più resi- noso, e manipolata per modo che ne risnlti una materia assai ten,acc, la quale si usa particolarmente a riap- piccicare e riunire assai fortemente i pezzi rotti di un oggetto, per Io più di terra cotta o di cristallo: «Me- stùra da maioliche, cristallami: -Lo raccomodò con una certa mestnra, che era impossibile riconoscere il gua- sto: -Qui ci vuol altro che mestura! » Mèta. ». f. Tonnine a cui dee giun- gere chi corre a gara: « Chi primo arriva alla mèta avrii il premio. » Ij Anticam. Guglia o Piramide, che si poneva in cima e in fondo al Circo, e intorno alla quale giravano i carri, come sono quelle di Piazza S. Maria Novella a Firenze, che pur si chia- mano Mète.WE fig. Mèla, dicesi per Finca cui tende chi fa viaggio; ma in questo senso ha del poetico: «Il pellegrino giungendo alla sua mèta si consola. » || Più spesso II fine a cui si tende o col pensiero o col deside- rio: « Finalmente ho toccato la mèta: -Mi son proposto questa mèta: -Ha toccato la sua nobile mèta.» — Dal lat. meta. Méta. ». f. Quello sterco che in una volta fa l'animale, e specialmente il bue. Metà. ». f. Ciascuna delle due parti uguali, in cui si divide un intero: « Spezza questo pollo: una metà pi- gliala tu, l'altra dàlia a lui: -La metà de'mlei beni l'ho già consu- mata: -La prima, la seconda metà del secolo: -La metà del venti è il dieci. » Il Metà della metà, La quarta parte dell'intero; modo usitatissimo nel prov. Quattrini e santità, metà della metà, il quale ci avverte che della ricchezza e della santità altrui decantata bisogna credere molto meno di quel che si dice. 1| Il doppio della cosa nominata: « Quando ha bevuto ha più coraggio la metà : - È la metà più alto. » Il Metà dell' anima mia, si dice per affetto a persona carissima. Il La mia, la sua metà, si chiama, più spesso scherzevolmente. La moglie : « Ecco qua il sor Gaudenzio con la sua metà. » Il .4 ìnelà, A mezzo, Fino al mezzo: « Fa'Ia fossa profonda nn mezzo metro, e riempila a metà di concime. » || Fare a metà, Pattuire di spartire egualmente il guadagno o lo scapito: «Fanno a metà di ogni cosa,» ed anche Essere a metà. Stare a metà.

Dividere, Spartire, per metà, Fare 

parti eguali in due. — Dal lat. me- dìetas. Metacarpo. ». m. T. amai. Quella parte della mano che è compres:v tra il polso e il cominciar delle dita. Sono quattro ossi, o cinque, se si con- sideri anche quello del pollice, simili alle falangi, e corrispondono di sopra al dorso, e di sotto alla palma della mano. — Dal gr. (isxà e xapTióc, Polso. Metacismo. ». m. T. leti. Vizio del parlare, consistente nel troppo fre- quente accozz.amento della lettera m. — Dal gr. ustax'.aiió;. Metacronismo. ». m. T. Ictt. Specie d'anacronismo, il quale con,si.Hte nel trasportare nn fatto a un tempo an- teriore. — Dal gr. (isTa e xpii'o»! Tempo. Metafisica. ». f. Scienza che trat- ta delle facoltà dell'anima umana. do'primi principj delle nostre cogni- zioni, e delle idee universali. — Dal gr. xà nìTacfucj'.xa. Metafiilcaménie. avv. In maniera metafisica: «Trattò la materia me- tafisicamente. » Metafiiicare. intr. Trattar le cose a modo di metafisici, cioè speculando e sottilizzando; ma si dice sempre con qualche ironia: « Egli va sempre su per le cime degli alberi e meta- fisica sopra ogni cosa da nulla. » Part. p. MetAPI.SICATO. Meiafiiicheria. ». f. Astrattezze inu- tili e ridicole, dove meno bisognano; « Colle sue metafisicherie non viene mai a capo di nulla. » Metafiiico. ». m. Colui che è pe_ rito nella metafisica, o ne scrive: « E uno dei più dotti metafisici. » Metafisico. ari. Di metafisica: «Pro- se fisiche e metafisiche: -Libri me- tafisici : - Opere metafisiche. » — Dal gr. nsxatyuaixós. Metàfora. ». f. Figura rettorica, ed è una specie di similitudine abbn*- viata, per la quale si trasporta un vocabolo dal senso proprio al senso figurato: « Scrittore che abusa le me- tafore :- Bella, nobile, metafora: - Por metafora si dice che un uomo pau- roso è un coniglio. » — Dal lat. me- taphora, gr. iisxàvopa. Metaforeggiare, intr. Parlare per via di metafora o di metafore : « Qui l'autore metaforeggia: - I secenti- sti metaforeggiano eccessivamente. » Part. p. MetAPORBOOIATO. Metaforétta. dim. di Metafora ; Leggiera metafora: « Qualche meta- forétta sta bene anche nello stile più umile. » Metaforicamente, avv. In modo metaforico. Per via di metafora: «Il popolo spessoparlamctaforicamentc.» Metafòrico, ad. Che ha in sé me- tafora. Detto per via di metafora: « Questo è linguaggio tutto metafo- rico: -Nelle leggi non si debbono usare voci e locuzioni metaforiche. » — Dal gr. lisxa-^op'.y.óf. Metaforizzare, intr. Lo stesso che Metaforeggiare. Part. p. Metafo- rizzato. Metafraste. ». m. T. Ult. Interpe- tre, Traduttore. — Dal gr. fiexaiypa- Metàllico, ad. Di metallo. Compo- sto di metallo: « Istrumcnto metal- lico:- Verghe metalliche: -Filo me- tallico.» || Voce mefallica. Voce chiara e risonante. — Dal lat. metallicus. Metallifero, ad. Che ha vene di metallo : « Terreno metallifero. » — Dal lat. metallifer. Metallina. ». f. T- art. e mest. Rame vero o Ifegolo della prima fusione. Metallizzare, tr. T. fis. Coprire la superficie di un corpo non condut- tore, o con finissima polvere metal- lica, o con veli sottilissimi di me- t.allo, distesovi sopra per operazione chimica, a fin di dare a esso corpo l'aspetto di metallo, o renderlo con- duttore della elettricità. Part.p.TAE- TAM,IZZ.TO. Metallizzazióne, ^.f. L'atto e L'ef- fetto del met.allizzare. Metallo. .». m. Corpo semplice e lu- cido, che si cava dalle viscere della terra, come l'argento, l'oro, il ferro, o simili; spesso duttile e malleabile, come i nominati, e spesso friabile, come l'antimonio; «Vi sono miniere di diversi metalli. » || Metalli presiosi,