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Pagina:Voltaire - Candido o l'ottimismo.djvu/58

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52 candido o l’ottimismo

non ebbi nè amici, nè bacchettone, nè medici, eppur guarii.

Intanto a forza di medicine e cavature di sangue, la malattia di Candido divenne seria. Un abitante del quartiere venne con dolcezza a chiedergli un biglietto pagabile al latore per l’altro mondo1; Candido non volle farlo; le bacchettone l’assicurarono che questa era un nuova moda; Candido rispose ch’ei non era punto uom alla moda; Martino volea gettar colui fuori della finestra; un chierico giurò che non si sarebbe sotterrato Candido; Martino giurò ch’ei seppellirebbe il chierico se continuava ad importunarlo: la contesa si riscaldò e Martino lo prese per le spalle, e lo scacciò fieramente. Questo cagionò un grave scandalo, e se ne fece un processo verbale.

Candido guarì e nella sua convalescenza ebbe una buonissima compagnia a cenar seco lui. Si giuocava di grosso e Candido si stupiva di veder che non gli venivano mai gli assi; ma non se ne stupiva Martino.

Fra quei che facevano gli onori della città vi era un abatino di Perigord, uno di quei tipi sempre officiosi, sfrontati, adattabili a tutto, che corteggiano i forastieri che raccontan loro l’istoria scandalosa della città e offrono loro i piaceri a ogni prezzo; questo condusse subito Candido e Martino al teatro della Commedia; si recitava una tragedia nuova; Candido si trovò fra alcuni belli spiriti; questo non gl’impediva di piangere su certe scene perfettamente rappresentate; ma uno de’ ragionatori gli disse in tempo di un intermezzo: — Voi avete torto di piangere: quell’attrice è molto cattiva, l’attore che recita seco è cattivo anch’egli, il contenuto della tragedia è peggiore degli attori, l’autore non sa una parola araba, e intanto la scena è in Arabia; di più egli è un uomo che non crede alle idee innate; io vi farò vedere domani venti libercoli contro di lui. — Signore, gli dice l’abate di Perigord avete voi osservato quella giovinetta che ha un volto sì attraente, e un personale sì ben composto? ella non vi costerà che diecimila franchi il mese e cinquantamila scudi di diamanti.

«– Io non ho tempo di occuparmi di lei, dice Candido perchè son chiamato a Venezia per un affare che mi preme.

La sera, dopo cena, l’insinuante Perigordino raddoppiò le sue convenienze e le sue attenzioni. — Voi avete dunque, signore, una cosa di premura a Venezia. — Sì signor abbate, dice Candido, bisogna assolutamente che io vada a trovar madamigella Cunegonda.


  1. I biglietti di confessione.