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la sua rapacità, cioè cavalli, bestiame, case, terre, stoviglie e messi. Di danaro contante non si trovò traccia, quantunque ve ne debba essere stato in gran quantità. Ciò che ne sia divenuto è tuttora un mistero.»

— «Ma non per me» — interruppe con un sogghigno passeggero.

— «Capisco quello che volete dire» — replicò l’Ebreo. — «Lo stesso sospetto è venuto ad altri; anzi è credenza generale che il denaro scomparso abbia costituito il primo capitale del vecchio Simonide. Lo stesso Procuratore è, o almeno era, del medesimo parere, poichè due volte in cinque anni egli ha sottoposto il negoziante alla tortura.» —

Ben Hur strinse con maggior forza la corda alla quale con una mano s’era aggrappato.

— «Si dice» — continuò il narratore — «che quell’uomo abbia tutte le ossa spezzate. L’ultima volta ch’io lo vidi era seduto sopra un divano e sembrava una massa informe sprofondata fra i guanciali.» —

— «Torturato fino a tal punto!» — esclamarono contemporaneamente alcuni uditori.

— «Gli acciacchi naturali non avrebbero potuto deformarlo in quella guisa. Eppure le sofferenze non sortirono alcun effetto. Le uniche parole che gli si poterono strappare, furono che tutto quanto egli possedeva era legalmente suo e ch’egli ne faceva legittimo uso. Egli però è ora garantito contro ogni ulteriore persecuzione da una licenza di commercio firmata nientemeno che da Tiberio.» —

— «Chi sa che cosa l’avrà pagata!» —

— «Quelle navi sono sue» — proseguì l’Israelita, senza badare all’interruzione. — «E’ uso dei naviganti, allorchè s’incontrano, d’issare bandiere, come per dire: «abbiamo fatto una traversata fortunata.» —

E qui finì la narrazione. Allorchè la galera si trovò più innanzi fra le due sponde del fiume. Giuda chiese all’Ebreo.

— «Come si chiamava il padrone del negoziante?» —

— «Ben-Hur, principe di Gerusalemme.» —

— «Che avvenne della famiglia del Principe?» —

— «Il figlio fu imbarcato sulle galere, il che equivale a dire che è morto. Un’anno è il limite ordinario di resistenza. Della vedova e della figlia non si ha contezza e chi ne sa qualcosa non vuol parlare. Probabilmente perirono nelle celle d’uno dei castelli che costeggiano le strade della Giudea.» —

Giuda salutò e si diresse verso il posto del pilota. Egli