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A questo punto l’imaginazione del Greco, precorrendo sopra a tutte le conseguenze di tale degradazione, ebbe uno slancio superiore all’interesse fin qui dimostrato ed esclamò: — «In tale stato, o fratello, si trovano quanti abbisognano di un Dio misericordioso!» —

— «Sì, aggiunse l’Egiziano, di un Dio misericordioso come il nostro.» —

Le ciglia dell’Indiano si contrassero dolorosamente ma quando l’emozione fu passata egli procedette con voce raddolcita.

— «Io nacqui Brahmino. La mia vita, per conseguenza, fu regolata da leggi fino al minimo atto, fino alla mia ultima ora. Il primo mio cibo, il mio battesimo, la prima volta che vidi il sole, l’iniziazione mia nel primo ordine, furono celebrati con testi sacri e con rigide cerimonie. Io non potevo camminare, mangiare e dormire senza la tema di violare una legge. E vi sarebbe stato, o fratello, un castigo per l’anima mia! A seconda dei gradi di peccato, la mia anima sarebbe andata nell’uno o nell’altro dei cieli; in quello d’Idra ch’è il più basso, o nel più alto che è quello di Brahma; oppure sarebbe stata respinta per risorger alla vita sotto il corpo di un verme, d’una mosca, di un pesce, oppure di un bruto. La ricompensa per la perfetta osservanza sarebbe stata la Beatitudine, o l’assorbimento nell’Essere di Brahma che non sarebbe stato tanto un’altra esistenza quanto piuttosto un assoluto riposo.» —

L’Indiano si fermò un momento per pensare, poi, continuando, disse: «Il compito dello stadio della vita di un un Brahmino chiamato del primo ordine è quello della vita di studioso. Quando fui pronto ad entrare nel second’ordine — cioè quando fu il momento di ammogliarmi, di divenire capo di famiglia io dubitavo di tutto persino di Brahma: ero un eretico. Dalla profondità del pozzo, cioè dall’oscurità in cui mi trovavo nella mia ignoranza, avevo scoperto una luce verso l’alto, verso l’orifizio di esso, e desideravo intensamente di salire a livello di quella fiamma luminosa. Finalmente — oh con quali anni di fatiche affannose! — potei trovarmi in pieno giorno e ammirai il principio della vita, l’elemento principale delle religioni, il vincolo migliore fra l’anima e Dio: l’amore!»

La faccia del buon uomo, tutta grinze, s’imporporò all’improvviso ed egli congiunse le mani con forza. Ne seguì un silenzio durante il quale gli altri lo guardavano, e il Greco in ispecie, cogli occhi pieni di lagrime.

Finalmente egli ripigliò: