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uscieri del Circo le assegnarono alcuni posti vicino alla balaustra, sui quali avevano fatto collocare scialli e cuscini.
Le donne erano Iras ed Ester.
Quest’ultima, appena seduta, diede uno sguardo spaventato intorno al Circo e si ravvolse ancor più dentro al velo; mentre l’Egiziana, lasciando scivolare il velo sopra le spalle, si offrì liberamente agli sguardi del pubblico, con la disinvoltura che solitamente è frutto di lunghe abitudini sociali.
I nuovi venuti erano ancora occupati nell’esame generale del magnifico spettacolo che si offriva dinanzi a loro, a principiare dal console e dai suoi vicini, quando alcuni uomini nella livrea del Circo, cominciarono a stendere una corda ingessata da balcone a balcone in faccia ai pilastri della prima mèta.
Allo stesso tempo sei uomini uscirono dalla Porta Pompae, e si fermarono davanti ai carceres, uno per ciascun stallo; al che un lungo mormorio corse per la folla.
— «Guarda, guarda! Il verde ha il numero quattro a destra; quello è l’Ateniese.» —
— «E Messala... — sì, egli ha il numero due,» —
— «Il Corinzio.» —
— «Guarda il bianco! Egli si ferma, al numero uno, a sinistra.» —
— «No, è il nero che si è fermato; il bianco è il numero due.» —
— «E’ vero.» —
Dobbiamo avvertire che ciascuno dei sei uomini indossava una tunica di color eguale a quello dei guidatori; cosicchè, quando essi si fermavano davanti ai cancelli, il popolo sapeva subito qual’era lo stallo del suo favorito.
— «Hai tu mai veduto Messala?» — chiese l’Egiziana, ad Ester.
L’Ebrea ebbe un tremito, e rispose di no. Egli era il nemico di suo padre, e di Ben Hur.
— «Egli è bello come Apollo.» —
Mentre Iras parlava i suoi grandi occhi scintillavano e il ventaglio si agitava violentemente. Ester la guardò, pensando:
— «Sarà egli più bello di Ben Hur?» —
Poi udì Ilderim dire a suo padre;
— «Sì, il suo stallo è il numero due, a sinistra della Porta Pompae;» — e credendo che egli parlasse di Ben Hur, essa guardò da quella parte. Una preghiera le sfiorò le labbra.