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mentre la moltitudine fremeva davanti all’infortunio dell’Ateniese, e il Sidonio, il Bizantino, e il Corinzio, cercavano con tutta destrezza di sfuggire alla rovina del compagno, Ben Hur passò loro davanti come una freccia, e procedette ruota a ruota col cocchio di Messala, ma dalla parte esterna.

La meravigliosa abilità dimostrata nel portarsi, in questa guisa, dall’estrema sinistra a destra, non sfuggì ai vigili sguardi delle gradinate; il Circo minacciò di crollare sotto lo scroscio degli applausi.

Allora Ester battè le mani; allora Samballat, sorridendo, offrì di nuovo i suoi cento sesterzi, senza ottenere risposta; e allora, per la prima volta, i Romani ebbero il dubbio che forse Messala avesse trovato il suo pari, forse anche il suo superiore, e questi in un Israelita!

L’uno di fianco all’altro, separati da un intervallo quasi impercettibile, i due cocchi si avvicinavano alla prima mèta.

Il plinto su cui s’ergevano i tre pilastri, veduto da ovest, presentava l’aspetto di un muro, in forma di semi cerchio, offrendo la convessità della curva egli spettatori, parallela all’opposta concavità del balcone di faccia. Questa voltata costituiva la prova di fuoco dei guidatori; Oreste medesimo vi aveva fallito. Un generale silenzio regnante nell’assemblea testimoniava l’interessamento con cui il pubblico seguiva questa fase.

Il calpestìo dei cavalli ed il rumor delle ruote erano distintamente avvertibili.

Allora, per la prima volta, sembrò che Messala si avvedesse della presenza di Ben Hur; e subito tutta l’audacia dell’uomo si manifestò in un modo sorprendente.

— «Abbasso Eros, evviva Marte!» — egli gridò, brandendo il flagello. — «Abbasso Eros, evviva Marte!» — egli ripetè, assestando sulla schiena degli Arabi di Ben Hur, una sferzata, quale essi non avevano mai ricevuto.

Il colpo era stato veduto da ogni settore, e lo stupore fu generale.

Il silenzio divenne terribile nella sua intensità; sugli scranni intorno al Console i più coraggiosi trattennero il respiro, aspettando con gli occhi sbarrati. Solo un istante durò la tensione, poi, come rombo di tuono, scoppiò l’indignazione del pubblico.

I quattro cavalli trasalirono dallo spavento e balzarono innanzi. Nessuno li aveva mai toccati, se non in segno di