Pagina:Wallace - Ben Hur, 1900.djvu/353

Da Wikisource.

347

Assorto nell’ammirazione di quanto vedeva, Ben Hur girava per la sala, aspettando. Non era impaziente. Quando Iras sarebbe stata pronta, sarebbe venuta o l’avrebbe mandato a chiamare. In ogni casa Romana l’atrio era la sala di ricevimento degli ospiti.

Due, tre volte, fece il giro delle pareti; poi si fermò sotto all’apertura a contemplare con lo sguardo l’azzurra immensità del cielo sopra il suo capo; poi ancora, appoggiato contro una colonna, studiò gli effetti di luce e di ombra. E non veniva nessuno!

L’attesa cominciò a pesargli, e principiò pensare sulle possibili ragioni del ritardo di Iras. Esaminò di nuovo i disegni del pavimento, ma ne trasse minore diletto di prima e vi scoprì parecchi difetti. Di tanto in tanto si fermava ad ascoltare. L’impazienza cominciava a pungerlo, e il silenzio che lo circondava si fece opprimente. Una vaga inquietudine lo prese, e cercò invano di soffocarla:

— «Starà dandosi un’ultima pennellata alle sopracciglia, o, forse, starà facendo una ghirlanda per me; cercherà d’esser più bella onde farsi perdonare il ritardo!» — Con tali riflessioni tentò di cacciare la noia e la febbre dell’attesa.

Si sedette per ammirare un candelabro — un plinto di bronzo scorrente sopra rotelle; all’estremità si elevava lo stelo di una palma, dall’altra la figura di una donna inginocchiata dinanzi ad un’ara; le lampade pendevano in guisa di frutti fra le fronde dell’albero; — un capolavoro del suo genere. Ma l’ansia di quel silenzio non cedeva davanti alla contemplazione del bellissimo oggetto. Egli tendeva l’orecchio, ma non si udiva un suono; il palazzo era muto come una tomba.

Forse vi era stato un errore. No: il messaggiero veniva da parte dell’Egiziana, e questo era il palazzo di Idernee. Poi si rammentò che la porta si era aperta in modo misterioso, da sola, senza chiasso. Andrebbe ad accertarsi!

Mosse verso la porta. Quantunque si sforzasse di camminare in punta di piedi, i suoi passi risuonarono sgradevolmente, ed egli ne ebbe quasi paura. Diventò nervoso. Il pesante chiavistello romano resistette al primo tentativo fatto per smuoverlo; provò una seconda volta — il sangue gli si agghiacciò nelle vene — finalmente diede uno strappo alla serratura con tutte le sue forze: invano — la porta non si mosse neppure. Un senso di timore lo prese, e per un momento rimase irresoluto.

Chi, in Antiochia, aveva motivo di fargli del male?