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grande, aveva talmente colorito i suoi pensieri, che egli non dubitava di trovare nel precursore qualche indizio dello splendore di colui che annunziava. Contemplando quella figura selvaggia si ricordò dei lunghi seguiti di cortigiani ch’egli era abituato a vedere nelle terme e nei corridoi imperiali di Roma, e nella sua mente accrebbe il ribrezzo e la vergogna. Sbalordito non potè che rispondere;

— «E’ un Nazareno.» —

Balthasar non si scoraggiava così. Egli sapeva che le vie di Dio non sono sempre quali gli uomini le desiderano. Egli aveva veduto il Salvatore quando era ancora bambino in una greppia: la sua fede lo aveva preparato alla rozza semplicità, che doveva circondare la Divina riapparizione.

Attese in posizione riverente, le mani incrociate sul petto e le labbra mormoranti una preghiera.

Non aspettava un Re.

In questo momento di tale interesse pei nuovi venuti, e nel quale ognuno si trovava in preda ad una emozione diversa, un altro uomo sedeva, non lontano, sopra una pietra sulla riva del fiume, pensando forse alla predica che aveva udito.

Ad un tratto si alzò e camminò lentamente lungo la spiaggia in modo da portarsi sulla via che stava percorrendo il Nazareno e da incontrarlo presso il cammello.

I due, il predicatore e lo straniero, continuarono a camminare finchè quasi si raggiunsero. Alla distanza di dieci passi il predicatore si fermò, si allontanò dagli occhi i capelli che gl’ingombravano il viso, guardò fissamente lo straniero e alzò le mani, come per dare un segnale a tutti coloro che potessero vederlo. Ciascuno si fermò in atto di ascolto. In quel profondo silenzio il bastone che il Nazareno teneva nella mano destra si alzò lentamente indicando lo straniero.

Tutti quelli che dapprima ascoltavano fissarono i loro sguardi con attenzione sul nuovo venuto. Così fecero Balthasar e Ben Hur.

L’uomo si moveva lentamente verso di loro; era di statura poco superiore alla media, magro, quasi sparuto.

I suoi movimenti erano tranquilli e studiati come quelli degli uomini che sogliono meditare a lungo sopra gravi argomenti e si adattavano bene al suo costume, consistente in un abito con larghe maniche, che gli arrivava fino alle caviglie del piede, ed una sopravveste chiamata tallith. Nella mano sinistra teneva il solito copricapo dal fiocco rosso.