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di bene, figliuola mia, ti faccia conoscere il male in tutta la sua estensione. Valutandolo meco, può darsi che ti sembri meno terribile. Il suo cuore, Ester, è impegnato.» —

— «Lo so,» — fece ella tranquillamente.

— «L’Egiziana lo ha colto nella sua rete,» — continuò Simonide, — «essa ha tutta l’astuzia della sua razza aggiunta alla bellezza che affascina. Molta bellezza e molta astuzia, ma, come le altre sue pari, poco cuore. La figlia che disprezza il proprio padre non può fare la felicità del marito.» —

— «Merita essa quest’accusa?» —

— «Balthasar,» — proseguì Simonide, — «è uomo saggio, singolarmente dotato per un Gentile, e la sua fede lo nobilita: eppure sua figlia lo deride. La udii io stesso ieri, parlando di lui, uscire in queste parole: — «Le follie della gioventù sono perdonabili, ma nulla è ammirabile nei vecchi all’infuori della saggezza, e quando questa se n’è andata, il meglio ch’essi possano fare è di morire.» —

Parole crudeli, degne d’un Romano.

Io, vedi, le applicai a me stesso, ben sapendo come non sia da me lontana quella debolezza ch’ella rinfaccia al padre suo.

Ma tu, Ester, tu non dirai mai di me, nevvero, mai che sarebbe meglio ch’io fossi morto? No, mai, perchè tua madre era una figlia di Giuda.» —

Con gli occhi gonfi di lagrime, essa lo baciò, mormorando — «Son figlia di mia madre.» —

— «Sì, e mia figlia, la figlia mia, la quale è per me ciò che il Tempio era per Salomone.» —

Dopo una lunga pausa, egli appoggiò la mano sulla spalla della figlia e continuò: — «Quando egli avrà preso in moglie l’Egiziana, o mia Ester, il suo pensiero correrà a te con pentimento. Il suo spirito sarà turbato, perchè allora si accorgerà d’essere unicamente l’istrumento della malsana ambizione di quella donna. Roma è la mèta dei suoi sogni. Per lei egli è il figlio del duumviro Arrio, e non di Hur, principe di Gerusalemme.» —

Ester non si provò neppure a celare l’effetto di queste parole.

— «Salvalo, padre! Sei ancora in tempo!» — essa implorò.

Rispose il vecchio scuotendo il capo. — «Si può salvare un uomo che annega, non già un uomo innamorato.» —