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cammino, qui, per questa strada, e ci ascolterà. Vieni, figliuola; là, sino a quella roccia, — coraggio, non è che un passo.» —

Tirzah fece uno sforzo, e aiutata da Amrah si alzò, ma mentre si movevano, Amrah disse: — «Un momento! Quell’uomo ritorna» — e si fermarono ad aspettarlo.

— «Perdono, buona donna» — fece il messo allorchè le ebbe di nuovo raggiunte — «ma ho pensato che il sole sarà cocente prima dell’arrivo del Nazareno e che alla vicina città io potrò facilmente trovar ristoro se ne avessi bisogno, per cui quest’acqua ti sarà più necessaria che a me. Prendila e buon pro’ ti faccia. Non mancare di chiamarlo quando passa.» —

Così dicendo, le porse una zucca piena d’acqua, ed invece di porla a terra, gliela mise in mano.

— «Sei tu Ebreo?» — chiese essa con sorpresa.

— «Sono Ebreo, e meglio d’un Ebreo, sono un discepolo di Cristo, il quale giornalmente insegna colla parola e coll’esempio ciò che io in questo momento faccio per te. Da lungo tempo il mondo conosce la parola Carità senza mai averla compresa. Di nuovo dico pace a te ed ai tuoi.» —

Egli se ne andò, e le tre donne si trascinarono alla roccia loro additata, distante circa trenta passi dalla strada. Vi si accovacciarono all’ombra di un albero i cui rami sporgevano sopra la roccia, e assaggiarono l’acqua della zucca, che fu loro di gran sollievo.

In breve Tirzah s’addormentò. Le altre tacquero, perchè essa potesse dormire tranquilla.


CAPITOLO IV.


Durante la terza ora la strada in faccia al luogo ove riposavano le lebbrose incominciò ad animarsi pel crescente concorso di gente incamminata verso Bethfage e Bethania, ma al principio dell’ora quarta una folla straordinaria comparve sulla vetta dell’Oliveto, e le due donne veglianti videro con meraviglia che tutta quella gente portava in mano rami di palme tagliati di fresco. Mentre cercavano di indovinarne il significato, il rumore d’un altra moltitudine, proveniente da oriente, attirò in quella direzione i loro