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— «Vedremo.» —

Era tutto quanto essa poteva rispondere, ben sapendo la povera madre quale trattamento veniva riservato dai suoi concittadini ai poveri lebbrosi.

Come già dicemmo, la strada sul ciglio della quale stavano aggruppate le tre donne, non era che un sentiero formatosi naturalmente dal passaggio dei viandanti, e serpeggiante fra cumuli di pietra calcarea. Se quello sconosciuto seguiva il sentiero, non poteva mancare di trovarsi faccia a faccia colle tre infelici. Così avvenne infatti.

Egli continuò sul sentiero finchè fu a portata d’udire il grido che la legge obbligava i lebbrosi ad emettere. La vedova s’era scoperta il capo e gridava: — «Siamo infette, siamo infette!» —

Con sua infinita sorpresa, lo sconosciuto non si fermò, ma venne tranquillamente a loro.

— «Che volete?» — chiese egli quando si trovò a soli quattro passi di distanza da loro.

— «Tu vedi il nostro stato. Sta in guardia» — disse la vedova.

— «Donna, io sono messaggero di colui il quale non ha che a parlare una volta a gente come te per guarirla. Non ho paura.» —

— «Il Nazareno?» —

— «Il Messìa» — rispose.

— «E’ vero ch’egli verrà oggi alla città?» —

— «Egli è in questo momento a Bethfage.» —

— «E per qual via verrà?» —

— «Per questa.» —

La donna giunse le mani ed alzò gli occhi al cielo.» —

— «Chi credi tu ch’egli sia? — chiese lo sconosciuto, in tono di commiserazione.

— «Il Figlio di Dio» — rispose con convinzione l’interrogata.

— «Attendilo qui allora, e poichè egli è accompagnato da una grande moltitudine, appoggiati a quella roccia bianca, sotto l’albero; quand’egli passerà non devi esitare a chiamarlo; chiamalo e non abbi timore. Se la tua fede è pari alla tua convinzione egli ti udrà quand’anche tuonasse il cielo in tempesta. Io vado ad annunciare il suo arrivo ad Israele raccolto dentro le mura e fuori della città. Pace, o donna, a te ed ai tuoi» — ed il messo proseguì la sua strada.

— «Hai udito Tirzah? Hai udito! Il Nazareno è in