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Giuda pretende esser il Messia? Voi vivete fra i suoi seguaci.» —
— «Io intesi dire dai suoi seguaci ch’egli era il Messia.» —
Il velo della donna si alzò con rapidità e per un secondo tutto il suo volto fu visibile. Gli occhi del Rabbi si volsero verso di lei e fecero in tempo a vedere un sembiante di rara bellezza, reso più attraente da uno sguardo di intenso interesse; ma un lieve rossore si sparse per le sue gote e sulla sua fronte ed il velo tornò a coprirla agli occhi dei curiosi.
Colui che discorreva di politica dimenticò il suo tema favorito.
— «Vostra figlia è avvenente» — disse parlando quasi fra sè.
— Non è mia figlia — replicò Giuseppe.
La curiosità del Rabbi era aumentata; accortosene il Nazareno si affrettò a soggiungere.
— «Essa è figlia di Ioachim e d’Anna di Betlemme dei quali avrete almeno udito parlare, poichè erano gente di gran fama.» —
«Sì, — rimarcò il Rabbi rispettoso — ne ho udito parlare. Erano discendenti in linea retta da Davide e li conobbi, assai bene». —
— «Ebbene ora sono morti» — procedette il Nazareno. Morirono a Nazareth. Ioachim non era ricco, pure lasciò una casa e un giardino da dividersi tra le sue figlie, Marianna e Maria. Queste è una delle due figlie, e per salvare la sua parte di proprietà, la legge l’obbligò a sposare un prossimo parente. Adesso essa è mia moglie».
— «E voi eravate suo parente?» —
— «Ero suo zio». —
— «Comprendo. E siccome siete nati a Betlemme così Cesare vi obbliga a condurre colà vostra moglie per computarla tra le persone tassabili.» —
Il Rabbi giunse le mani e guardò sdegnosamente il cielo esclamando:
— «Il Dio d’Israele vive ancora! La vendetta è sua!» —
Detto ciò si voltò e bruscamente partì. Un forestiero lì vicino, osservando lo sbigottimento di Giuseppe, disse tranquillamente:
— «Il Rabbi Samuele è un fanatico. Giuda stesso non è più feroce». —
Giuseppe non volendo parlare con quell’uomo, finse di non sentire e si affacendò a raccogliere il fascio d’erba