Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/17

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necessario a traversare il cortile del castello per arrivare alle stanze di Corrado, allorchè tornò indietro, correndo ansante, quasi frenetico, cogli occhj stralunati, colle labbra tremanti, nè potendo articolar parola, accennò con mano il cortile, onde gli astanti soprappresi furono da subitaneo terrore e da maraviglia. La prencipessa Ippolita, sebbene ignara dell’accaduto, tocca soltanto da materna sollecitudine, si tramortì, e Manfredi men timoroso che incollerito pel differirsi delle nozze e per la stravaganza del servitore, chiesegli imperiosamente cosa fosse avvenuto, al che egli non rispose, ma seguitò ad additare il cortile; infine, dopo essere stato ripetute volte interrogato, esclamò: “oh un elmo!... che elmo!... l’elmo!”... In questo frattempo alcuni eran discesi nel cortile, da dove sentivasi un lamentoso mormorio, cagionato da sorpresa e da spavento; onde incominciando Manfredi a stare in pena di non vedere il figliuolo, andò ad informarsi