Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/190

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dare dalla mia cara Matilda, la quale confermerà in me la doverosa idea di non curarlo... gli uomini son finti... vo’ pigliar dall’amica consiglio sullo stato monacale... ella si rallegrerà di sentirmi far tal discorso... e così le farò sapere che più non mi opponga alla sua inclinazione pel chiostro. Con tai pensieri in mente se ne andò alle stanze della principessa, e trovolla già vestita, sedendo pensierosa, e sostenendosi con una mano la testa. Tale atto esprimente ciò ch’ella risentiva in se stessa, risvegliò i concepiti sospetti nel cuor d’Isabella, e le persuase d’abbandonar totalmente la risoluzione di scoprirsi all’amica. Al primo vedersi arrossirono ambedue, ed eran troppo novizie per saper nascondere con destrezza i moti che risentivano in cuore: onde, dopo diverse vaghe interrogazioni e risposte, Matilda dimandò ad Isabella per qual motivo erasene fuggita; e l’altra che più non pensava al primo attentato di Manfredi, tanto avea l’anima ingombrata dalla presente circostanza,

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