Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/217

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più efficacemente del tuo rabbioso e pazzo furore. Persisti, seppure ardisci, nella rea intenzione dell’immaginato divorzio, sinchè l’ecclesiastica potestà abbia pronunziata la sentenza; che io qui, per autorità di lei, fulmino la scomunica sul tuo capo!” “Ribelle insolente,” soggiunse Manfredi, procurando di celare il timore ispiratogli dalle parole del sant’uomo, “ed hai anche ardire di minacciare un legittimo principe?”... “Tu non sei legittimo principe,” replicò il religioso; “no, non sei principe... va’... va’ a discutere con Federigo le tue pretensioni; e quando avrai fatto ciò”... “Ciò è già fatto,” replicò Manfredi; “Federigo accetta la mano di Matilda, ed è pronto a cedere alle mia linea masculina il perpetuo dominio di questo stato”... Mentre dicea tai parole, tre gocce di sangue caddero dal naso della statua d’Alfonso, per il qual nuovo prodigio Manfredi impallidì, e la principessa si gettò ginocchione davanti al simulacro. “Vedi! vedi!” disse il P. Giro-