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Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/32

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lui,” soggiunse Manfredi; “egli era malsano, ed il cielo me lo ha forse tolto, acciò non fondassi la sussistenza della mia casa sopra un sì fiacco rampollo. La prosapia di Manfredi abbisogna di numerosi sostegni, e la mia sciocca parzialità per quel ragazzo mi accecò e mi rese imprudente... ma, così è meglio: spero d’aver fra pochi anni motivo di rallegrarmi della sua morte.”


Non si può con parole esprimere quanto restasse attonita Isabella. Pensò da prima aver l’affanno tolto il senno a Manfredi; indi suppose che tale strano ragionamento fosse diretto a scoprire il di lei animo, essendosi forse accorto della poca inclinazione ch’essa mostrata avea pel di lui figlio; onde in conseguenza di tale idea, così rispose: “deh! signore, non dubitate della mia tenerezza per il defunto Corrado; nel dargli la mano di sposa, il mio cuore avrebbe accompagnato un tal atto: sì, egli sarebbe stato l’unico oggetto de’ miei pensieri, e