Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/61

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sersi colà rifugiata la principessa. Ippolita, riconosciutolo al camminare, erasi levata con tenera sollecitudine per andargli incontro, non avendolo ancor veduto dopo la morte del figlio. Sarebbesi ella, benchè dolente, gettata nelle di lui braccia con effusione di gioia; ma egli rusticamente la rispinse, dicendole: “dov’è Isabella?” “Isabella, signore!” rispose Ippolita stupefatta”... “Sì Isabella,” replicò Manfredi alzando ancor più la voce; “ho bisogno d’Isabella”... “Padre mio,” aggiunse Matilda, accortasi della trista impressione che i di lui aspri modi fatt’aveano sul cuor della madre, “Isabella non è più ritornata, dacchè l’avete mandata a chiamare.” “Ditemi dov’è,” insistè il prencipe, “e non dov’è stata.” “Mio amato consorte e signore,” soggiunse Ippolita, “la vostra figlia vi dice il vero; Isabella è di quì partita per ordin vostro, e non è ancor ritornata... ma deh! consorte amato, ricomponete il vostro agitato spirito; deh! andate a riposarvi: io