Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/70

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tamento ch’ei fa di me, sentomi però straziar l’anima quando son testimone della severità che usa senza ragione verso di lei.” “Oh! questo è un nulla, signora,” disse Bianca, “tutti gli uomini fanno così colle mogli quando ne sono nauseati.” “E voi, ciò non ostante,” replicò Matilda, “vi congratulate meco, supponendo, voler mio padre disporre della mia mano?” “Nasca quel che sa nascere,” riprese Bianca, “io desidero che siate una gran signora, e non vorrei vedervi marcire murata in un convento, come pur bramereste se dipendesse totalmente da voi, e se la signora principessa Ippolita, la quale sa per prova, esser molto meglio avere un cattivo marito che starne del tutto senza, non procurasse distogliervi da questa melanconica idea... misericordia!.. che rumore è stato quello!.. oh! S. Niccola benedetto, mi raccomando a voi... no, no, non ho voluto biasimar lo stato monacale... lo dicevo per burla”... “Via, via,” rispose Matilda, “è stata una folata di