Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/79

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una cameriera della principessa Ippolita.” “E non vi vergognate?” disse Matilda a Bianca; “e qual diritto abbiamo di spiare i segreti del cuore di questo giovine? egli par buono e sincero, e di più confessa ingenuamente d’esser sventurato: dobbiam noi forse arrogarci autorità sopra di lui perchè il suo stato è infelice?.. convien forse indagar i fatti suoi?” “Oh quanto poco v’intendete d’amore;” riprese Bianca: “sappiate che gli amanti non hanno maggior piacere di quello di parlar delle loro innamorate.” “Vorreste dunque,” soggiunse Matilda, “farmi la confidente di un contadino?” “Via, lasciatelo interrogare a me,” disse Bianca; finalmente io non ero gran cosa prima d’aver la fortuna d’esser damigella d’onore di Vostr’Altezza, e poi, ogni disuguaglianza amore agguaglia, come dice il proverbio; e quando si tratta d’innamorati, non si guarda tanto nel sottile... io per me, compatitemi, ma ho gran rispetto pe’ giovani innamorati”... “Quietatevi,