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L'Aeropilo 221


una, due, tre, poi una pausa, movimenti che il meccanico controllava delicatamente; la macchina cominciò a vibrare con una trepidazione che durò per tutto il viaggio, e i tetti, le case sembravano fuggire con un’estrema velocità diventando di mano in mano più piccoli. Graham volle guardare attraverso le membrature della macchina e non provò nessun capogiro; una rapida funicolare avrebbe prodotto le medesime sensazioni. Egli riconobbe il Palazzo del Consiglio e il duomo di Highgate: poi guardò dritto in basso, fra i suoi piedi.

Allora un terrore fisico s’impadronì di lui, un atroce sentimento- di pericolo. Si puntellò solidamente e per un minuto o due non gli riuscì d’alzare gli occhi. A una distanza di circa cento piedi al di sopra della sua testa girava uno degli enormi Motori a vento del sud ovest di Londra, e al di là, dalla parte di mezzogiorno, una piattaforma volante si copriva di migliaia di punti neri che erano una folla umana. Tutto ciò sembrava rovesciarsi in una caduta vertiginosa. Per un momento egli ebbe l’irresistibile tentazione di lasciarsi capitombolare, e serrò i denti, alzò gli occhi, per un improvviso sforzo muscolare... e il panico passò. Rimase ancora un istante digrignando i denti con gli occhi aperti fissando il cielo, mentre il motore continuava a sbuffare. Graham, sempre aggrappato alle sbarre, s’accorse che un sorrisetto ironico sfiorava il volto dell’aeronauta e sorrise anche lui ma un po’ forzatamente.

— Ciò sembra strano sul principio, — esclamò dimenticando la propria dignità.

Ma non osò più guardare in basso; rivolse invece lo sguardo al disopra della testa dell’aeronauta, verso un