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Il Risveglio 27


a terra si attaccò alla tavola facendo cadere uno dei bicchieri che rimbombò senza spezzarsi: finalmente riuscì a sedersi su una poltrona.

Quando si fu un po’ rimesso, prese la bottiglia, riempì il secondo bicchiere e bevve: non era acqua però, sibbene un liquido incolore dal profumo leggero e da un grato sapore che lo ristorò immediatamente: quindi posò il bicchiere e si guardò intorno.

L’appartamento non perdeva affatto nè in dimensione nè in magnificenza per non esser più veduto a traverso la trasparenza verdastra della parete. La volta che egli aveva notata, conduceva a uno scalone che menava, senza esser chiuso da nessuna porta, ad un immenso corridoio trasversale. Tal passaggio era fiancheggiato da terse colonne formate di una sostanza azzurro-cupa, venate di bianco, da cui saliva il tumulto di un’agitazione umana; un rumore di voci confuse, mormorio continuo ed uniforme.

Ora che si sentiva proprio sveglio, rimaneva seduto, in ascolto, dimenticando le vivande che gli stavano davanti.

Ma tutto ad un tratto si ricordò di esser semi-nudo, e cercando qualche cosa per coprirsi, scorse una gran veste nera gettata sopra una sedia; se l’aggiustò attorno al corpo, e tornò a sedersi tutto tremante.

Sempre più sentiva una gran confusione nella sua mente: era evidente che aveva dormito, e durante il suo sonno l’avevano trasportato.... Ma dove?.... E chi era quella gente, quella folla lontana dietro quelle colonne di un azzurro cupo? Boscastle?

Di nuovo si versò un bicchiere del liquido incolore e ne bevve alcuni sorsi.

Qual era quel luogo che i suoi sensi percepivano