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Nelle stanze silenziose 75


in una maniera straordinaria. Ad un tratto esso cessò d’interes’sarlo, piacendogli sempre meno via via che si svolgeva.

I suoi sentimenti subirono un completo cambiamento. Per lui non eran più delle pitture, non eran più idealità, ma realtà fotografate; il Venusherg del XXII secolo lo disgustò, e, dimenticando la parte che aveva il «mondo» nell’arte del XIX secolo, si abbandonò ad un’indignazione arcaica.

Si alzò tutto scontento vergognandosi quasi di interessarsi a simili spettacoli, sia pure nella più assoluta solitudine, e picchiò con violenza su! quell’istrumento, cercando la maniera di fermare il meccanismo. Qualche cosa si spezzò di scoppio: una scintilla violetta colpì e agitò il suo braccio, ma l’appareccbio si fermò. Quando il giorno- dopo volle sostituire nuovi cilindri a quelli del Tannhàuser constatò che la molla si era rotta. Allora si mise a passeggiare da un capo all’altro della stanza in preda ad un’agitazione intollerabile e smisurata: tutto ciò che aveva imparato e veduto, si urtava, si contraddiva, lo turbava. Gli sembrava davvero sorprendente che durante i suoi trent’anni di vita, non avesse mai tentato di farsi un quadro del futuro.

— Noi abbiamo preparato l’avvenire, — diceva fra sè, — senza che nessuno di noi pensasse a chiedersi quaf sarebbe mai questo futuro di cui noi gettavamo le basi. Ed eccolo qui.... Dove siamo giunti? Che cosà è stato fatto? In che modo mi trovo io stesso in mezzo a tutto ciò?

Certo, egli si aspettava di vedere delle strade e delle case immense, una gran moltitudine di persone. Ma qual parapiglia nelle strade della «Città» e