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e le trovò chiuse: ma il sassolino magico, come gli aveva detto la buona Fata dei bambini, riuscì ad aprirle. Ciuffettino si precipitò nella campagna, e poco dopo sentì un gran clamore.
La sua fuga era scoperta; gli uomini di re Pipino montati su gli elefanti, si accingevano ad inseguire il fuggitivo!.. È vero che non avrebbero corso molto; ma in fin delle fini, gli elefanti, anche quando hanno sonno, valgono sempre qualche cosa.
Ciuffettino lanciò in direzione degli inseguitori il sassolino fatato. Dove questo cadde, si spalancò un abisso. E gli inseguitori dovettero fermarsi, mentre Ciuffettino correva vertiginosamente verso la spiaggia del mare. All’alba si ritrovò nell’istesso punto dove aveva approdato alcuni giorni innanzi: e vide, per colmo di fortuna, la sua zucca a vela che si dondolava leggermente ai soffi della brezza, in una specie di spaccatura degli scogli...
Mandò un grido di gioia e si precipitò verso la barca.
— Oh!.. Fatina... Fatina... - disse poi, saltando nella zucca, e sciogliendo la corda vegetale che la teneva legata ad una roccia - adesso... non ho più che un desiderio: chieder perdono a quel povero vecchio del mi’ babbo e a quella santa donna della mi’ mamma. Ma Cocciapelata, dove sarà?.. Dove sarà, Cocciapelata?..
E la zucca, spinta dalla vela di foglie di banana, prese il largo, mentre il sole si inalzava nel cielo, come un gran pallone rosso.
— Addio, isola dei Fannulloni! - strillò Ciuffettino, agitando il cappelluccio. Ma, quasi per incanto, l’isola fu di un subito avvolta da un fitto nebbione, e disparve come un miraggio.