Pagina:Zamboni - Pandemonio - Il bacio nella luna, Firenze, Landi, 1911.pdf/15

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AVVERTENZA


Quando Filippo Zamboni, colto de malore improvviso morì, in un dolce mattino, spirante il maggio del passato anno, questo a lui diletto libro, pensato negli anni senili, sentito con tutta la passione della fantasia e del cuore rimasti in lui veramente giovani, ingenui, non intaccati, non raffreddati e per conseguenza non raffrenati nel loro moto vertiginoso dall’esperienza, dallo scetticismo, questo libro disordinato nella forma e moralmente tanto armonico, raccolto in un concetto unico di bellezza, di bontà e d’altruismo, era già stampato, corretto ed impaginato fino alla facciata recante il numero 355.

Egli soleva fare così prima di compire i suoi libri. Voleva man mano vedere nitidamente espresso il suo pensiero in caratteri da stampa per procedere allo svolgimento ulteriore delle idee che gli si affollavano in capo, del materiale ammassato a farne suo pro.

Notava e scriveva in furia, succintamente, poi come aveva elaborato una parte, la inviava da Vienna alla tipografia Landi a Firenze. Sempre Firenze per stampare i lavori suoi. Ma prima s’incaricava la coltissima e affettuosissima consorte sua di trascrivere le cartelle,