Pagina:Zamboni - Pandemonio - Il bacio nella luna, Firenze, Landi, 1911.pdf/28

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esserle in apparenza o alquanto più sottoposta, o più soprastante. I plenilunï più belli sono quelli d’estate. Il più glorioso, quello d’agosto. I meno artistici, d’inverno. Il momento più propizio al riguardare, e quando la luna sorge grande e vaporosa dall’orizzonte; specialmente quando la sua aurora è dal mare; ovvero se è velata da lievissime nuvole, siccome da un alito che appanna il suo terso argento; o quando la luna già altissima in pieno cielo, splende di tutta una luce armoniosamente diffusa.

Quanto all’atteggiamento più o meno leggiadro, cioè alla posizione naturale delle due forme umane, s’intende in prima sera: chè coll’avanzar della notte esse si van correggendo. E ciò fino sulla mezzanotte. Poi, i due capi si arrovesciano di più, segnando altre figure come dirò nella penultima parte. Qui trattasi degli abbellimenti nel contorno a diritta, che nelle notti di qualche lunazione mancano a compiere l’ornamento del quadro e lo lasciano imperfetto e più povero.

Nei mesi poi che la luna si fa intera ancora di giorno, onde sembra più aerea, quasi intagliata, e pare che l’etere celeste la trapassi in molte sue parti, perduta la sua materialità pare un cerulo spiro, una velatura che si va ritirando nel fondo azzurro del firmamento, il disegno così sfumato è stupendo, è ridente di serenità e d’amore.

Che dirò se la luna diurna nelle prime ore pomeridiane, più visibilmente viene indorata dal sole? Cosa eterea; i volti, un ineffabile sorriso e la donna ancora più bellissima donna.