Pagina:Zamboni - Pandemonio - Il bacio nella luna, Firenze, Landi, 1911.pdf/392

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pido mare specchia tutta questa beatitudine per abbellirsene esso.

Ma questo mare vuole ricevere in sè anche l’azzurro del firmamento, per dare a quelle immagini un doppio fondo glauco, e per farle più vaghe così incielate due volte. In tale guisa le espressioni d’amore affidate all’amata che le accoglie nel cuore, dalle sue labbra ritornano più belle, sublimate dall’estasi sue.

Da qualunque parte riguardi, è un inno festoso che si intende e che pure si rivela all’occhio. Dai due aprichi lidi opposti, ma vicini e un tempo già uniti, lieti canti sì di uomini, sì di volitanti che si sentono più puri in quell’aria purissima. Il gallo mattutino ha dato il segno di quella vita tutta giovane de’ primi albori. — Gli smaglianti colori delle tue penne mi sembrano il riflesso delle nuvole che come te all’alba antivedono il sole, e all’aurora di lui si dipingono purpuree, rance, dorate; che cosa si modifica ancora nella tua pupilla corruscante, altéra, e compenetra lieta l’essere tuo fiammeggiante, quando tutto ride l’oriente e aggiorna tanta parte del mondo? — Più tardi gli alcioni della bonaccia che vanno e vengono per le onde, certo messaggieri di arcani fra loro.

I delfini che si innalzano a galla e conducono rapidamente il loro dosso d’argento. E il tripudio dei pesci minori, che guizzano fuori dai flutti a fior d’acqua, o che fanno una danza aerea. Altri godono sostenersi nell’aria con le pinne: due lampi indorati dal sole. Noto incola di questi paraggi e il luccio volante.

Ecco altri pesci de’ quali i marinari dicono vadano sempre appajati con la compagna, onde questi