Pagina:Zamboni - Pandemonio - Il bacio nella luna, Firenze, Landi, 1911.pdf/395

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per la bellezza paradisiaca di quei lidi e alle loro memorie, pensando che questa non è che una piccola parte dell’Italia. Sicilia e Calabria sedi auguste e attrici di menti sovrane; ma ahi, rigida giustizia in tutto, anche di immani delitti.

E dalla Sicilia io riportava sempre ricordi di grate conoscenze, di amicizie ivi fatte tra giovani, studenti, professori, artisti e poeti.

Pure mi giova di nominare alcuni e anche quei Siciliani conosciuti altrove, perchè all’abbandonare la bella Trinacria tutti mi si affacciavano vivi, veri e cari come amiche figure per darmi l’addio:

Il fratello Mario Rapisardi.

Giuseppe La Masa, al quale in Vienna io rammentai che nel 1848 alla fazione di Cornuda, il mattino del 9 Maggio, esso comparve con cento volontarj siciliani. E per mostrargli come io avessi ancora chiari nella memoria tutti i particolari, gli ricordai che esso portava un elmo dorato e i suoi giovani, berrettini alla siciliana. — Fu una momentanea apparizione; poi quei drappello fantasma sparì, nè per tutta la giornata si battè con noi rimasti impegnati fino nel pomeriggio. — Restammo così legati ed egli tempestò di note la mia tragedia «Bianca della Porta». Mi fece avere de’ suoi libri con amorevoli dediche fra cui i «Documenti della Rivoluzione siciliana» da lui illustrati. Spesso mi parlava come se a lui toccasse per diritto di essere il generalissimo dell’armata italiana.

Il dottissimo direttore dell’archivio di Stato in Palermo, Isidoro La Lumia, del quale ho lettere molte. Mi mandò i suoi studj sulla Storia sici-