Pagina:Zamboni - Pandemonio - Il bacio nella luna, Firenze, Landi, 1911.pdf/403

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le parti. Così una popolana diede il fazzolettone che si levò dalle spalle. La passeggiata fu organizzata e diretta dagli studenti, essi stessi guidatori e raccoglitori.

E riprendo:

Fu un vero bene che la burocrazia e quella brutta arpia del suo fisco e la gelosia del governo temente che altri facessero senza il suo ordine, non poterono porre ostacoli al viaggio di tutto questo treno benefico, come poi misero bastoni tra le ruote ad altri convogli da parecchie città del Regno.

Sulle ferrate austriache e sulle italiane il passaggio di tutti e di tutto fu gratuito. Ma giunto il treno con le cucine a Cormons, confine fra l’Austria e l’Italia, i doganieri volevano registrare ogni cosa, ogni arnese, ogni suppellettile, ogni chiodo, e la vaporiera fumava e si gridava: partenza, partenza! Soltanto l’energia del D.r Charas scongiurò la minaccia della situazione e poterono passare.

Mente, anima e cuore del movimento e lavoro senza riposo a Vienna fu un nostro Italiano, il triestino Ermanno Gentilli, direttore generale di una vasta società di assicurazioni. Esso, oltre le cure di suo ufficio, si sobbarcò volonteroso al nuovo carico, sacrificando tempo, quiete, dolcezze di vita di famiglia. Si fece non solo tesoriere, per incassare e custodire e mandare il danaro raccolto, ma vero elemosiniere; e da buon amministratore seppe tesoreggiare, far abilmente fruttare quanto veniva versato, così da non lasciar passare occasione di moltiplicare ogni anche menomo obolo. Diede ordine, come presidente, che la cassa del suo ufficio, situato