Pagina:Zamboni - Pandemonio - Il bacio nella luna, Firenze, Landi, 1911.pdf/419

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tis, l’indulgenza plenaria, l’apostolica benedizione che manda ai sovrani tutti e le altre cose ch’aprono le porte del paradiso, il requiem, il miserere, il de profundis. I morenti sarebbero stati assolti e quelli in pericolo avrebbero potuto sopportare di più. E molti padri di famiglia avrebbero proferito con voce soffocata: «No, figli miei, il pontefice non vi abbandonò; sarete salvi, sperate, addio!»

Così Manzoni dipinge il cardinale Borromeo che porta consolazione fra i morenti di peste. Se anche soccombevano, pure confortati.

Così il 30 Aprile 1849 vidi io Ugo Bassi sulla strada fuori Villa Pamfili, chino fra la polvere e il sangue, confortare i nostri moribondi e assolverli. Come la fede in Pionono era risorta, ad onta della sua fuga con la Spaur da Roma e la chiamata delle truppe francesi, del pari si sarebbe accesa in molti vivissima, se Piodecimo si fosse portato sui luoghi del disastro.

Fu una fortuna per l’intelligenza umana che il papa non si movesse dalla sua reggia per la nuova religione dell’individuo e del dovere che si son messe al posto del dogma nel tribunale della coscienza che è da Dio.

È lo stesso padre Ugo Bassi che fu sconsacrato. Gli venne dolorosamente raschiato a sangue dai preti la chierica, prima del supplizio dall’arcivescovo di Bologna invocato ed ottenuto dagli Austriaci.

Ah, io ho una grande colpa verso questa vivente poesia di libertà e d’amore! Poco prima dell’assedio di Roma mi fece richiedere se lo volessimo cappellano del Battaglione Universitario, allora arruo-