Pagina:Zamenhof-Meazzini - Origine dell'Esperanto, 1909.djvu/12

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che queste lingue possedono già un grande numero di vocaboli internazionali, conosciuti da ogni popolo, dei quali avrei fatto tesoro per la futura lingua, e, come si comprende, mi valsi larghissimamente di questo capitale.

Nel 1878 la lingua era giá più o meno pronta, quantunque tra quella che era chiamata lingue universale e l’odierno esperiento ci fosse ancora una grande differenza. Frequentavo allora l’ottava classe ginnasiale, e feci conoscere la mia invenzione ai miei condiscepoli, i più dei quali rimasero allettati da simile idea, e stupiti della straordinaria facilità dell’idioma artificiale, per cui cominciarono ad impararlo.

Il 5|17 decembre del 1878 noi tutti inaugurammo la nova lingua, si fece qualche discorso intorno ad essa, e si intonò un canto la cui prima strofa diceva: “La inimicizia fra le nazioni scompaia, già è tempo, tutti gli uomini devono formare una sola famiglia.„ Ho ancora alcune traduzioni in quella lingua, non però la grammatica e il vocabolario.

Così terminò il primo stadio della mia invenzione. Io era ancora tanto giovane da non poter pubblicare il lavoro, e perciò stabilii di aspettare cinque o sei anni per sperimentare accuratamente la lingua e per lavorar a renderla più compiuta e più pratica.

Un paio d’anni dopo la festa del 15|17 decembre, finii gli studii ginnasiali e lasciai i condiscepoli, i quali dovevano essere i divulgatori della nova favella. Infatti provarono a far parola in favore della nova lingua, ma, avendo destato il riso delle persone attempate, ben tosto rinunciarono all’impresa, ed io rimasi affatto solo.

Prevedendo scherno ed opposizione, mi deter-