Pagina:Zamenhof-Meazzini - Origine dell'Esperanto, 1909.djvu/11

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cisa indipendenza. Mi accorsi anche che una moltitudine di voci radicali, come madre, stretto, coltello può facilmento essere mutata in vocaboli formati o formabili, rimanendo in tal guisa alleggerito il dizionario.

Ormai io ero padrone della struttura della lingua, e cominciavo a lavorare regolarmente con amore e speranza; poco dopo già avevo compiuto l’intera grammatica ed un piccolo dizionario.

A questo punto dirò qualche cosa sul materiale del vocabolario, per il quale volli seguire, come avevo fatto per la grammatica, il princicipio della stretta economia.

Persuaso che sarebbe stato lo stesso attribuire uno od altro suono, una od altra forma ad un vocabolo purchè io avessi stabilito che dovesse avere un determinato significato, foggiavo vocaboli che fossero brevi il più possibile e che non avessero lettere inutili, e così, per esempio, invece della parola di sette lettere saltare, ammisi che si poteva valersi del vocabolo sa, che ne ha due sole. Allora scrissi semplicemente la serie matematica delle più brevi combinazioni di lettere, a condizione che fossero di pronuncia facile, a ciascuna delle quali avrei poi assegnato un significato, cioè, per esempio, a, ab, ac, ad, — ba, ca, da, — e, eb, ce, — be, ce, de ecc. Ma abbandonai tosto questa idea, poichè, provando io stesso, mi accorsi che le parole inventate di sana pianta sono difficili ad apprendersi e peggio a tenersi a mente. Mi persuasi allora che il materiale del vocabolario doveva essere a base latina-germanica, mutando le voci solo di quel tanto che è richiesto dalla regolarità e dalle altre condizioni imposte dalla nova lingua. Rimanendo in questo terreno notai tosto