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XV1
Tu mi dicesti un dì: nel tuo diletto
Garrulo Canarin l’alma non siede;
Egli è una macchinetta, e tal lo diede
Con gli altri bruti a noi l’alto architetto.
5Egli ne’ moti suoi quel solo effetto
Serba, che in grembo a un oriuol si vede;
E, se l’ala ci distende, e adopra il piede,
Effluvio il trae di esteriore obbietto.
Risposi a te: ma s’egli alto gorgheggia,
10E gorgheggian con lui le ciancioselle
Rondini, e i novi nidi avvien ch’io veggia;
Se così industri a fabbricar le celle
Van l’api, e i cani a custodir la greggia:
Come pon far senz’alma opre sì belle?
ANTONIO MARIA PEROTTI.2
Tempra Dio le vicende e il tutto regge,
Fuggendo l’orme del consiglio umano:
Verga obbedita da lanoso gregge
In scettro cangia a pastorello in mano.
5L’alto destino in fronte a lui si legge,
Che ne’ fratelli suoi cercossi invano:
L’unge il Profeta, ed il Signor l’elegge
Dell’amato Israel duce e sovrano.
O Lambertin, gemma del picciol Reno,
10Sei lune il gran destino in te velato
Stette, come nel Ciel chiuso baleno:
Ma qual gloria fu mai, che invan cercato,
Fosse lunga stagion fra stuol ripieno
D’Eroi sì chiari, ed in te poi trovato?
- ↑ Le bestie, macchine moventisi da sè.
- ↑ Per l’esaltazione al Pontificato di Benedetto XIV.