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5Amore i vezzi, Amor le insegna il canto;
E se mai duolsi o se pur mai s’adira,
Da lei non parte Amore, anzi si mira
Amor nelle belle ire Amor nel pianto.
Se avvien che danzi in regolato errore,
10Darle il moto al bel piede Amor riveggio,
Come l’auretta quando muove un fiore.
Le veggio in fronte Amor come in suo seggio,
Sul crin negli occhi sulle labbra Amore:
Sol d’intorno al suo cuore Amor non veggio.
LIV.
Io veggio, ahimè, che il biondo crin s’annegra
Anzi v’è filo incanutito e bianco:
Quel brio dov’è, quel brio libero, e franco
Dell’età fresca giovanile allegra?
5Ahi che spariro i lieti giorni, ed egra
Sen vien vecchiezza, e mi s’asside al fianco:
Sarìa di piagner tempo, e non pur anco
Cantar Febo in Anfriso, e Giove in Flegra.
Tempo sarìa le non più bionde chiome
10Spogliar del vano alloro, e in Pindo il seggio
Lasciando, i passi e ’l cor volger altrove.
E sarìa tempo di pensar siccome
Morte m’aspetta in fier sembiante, e deggio
Irmen con essa, ahi! non so quando e dove.
LV.1
Lucido sol che non derivi altronde
Che da te stesso, ampia cagion primiera,
- ↑ Vuolsi, che altro Gio: Battista Zappi, il vecchio ne sia l’autore.