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Stassi ne’ cerchi aurati
A ragionar co’ Fati.
35Se tornasse un di tanti,
Cui grava alto riposo,
Quai non avrebbe vanti
Cesare glorioso!
Io non so dir quei carmi,
40Ch’alto cantor direbbe:
Ma pure al suon dell’armi
Sento, che in sen mi crebbe,
Crebbe il mio foco antico,
E così parlo: e dico:
LII.
Viva l’Augusto Carlo. Oppressa e vinta
Cadde Belgrado, e già la Croce adora?
Bacia l’auree catene, ond’oggi è avvinta,
E del nuovo Signor se stessa onora.
5Ma questo è poco. Alle difese accinta
Tutt’i suoi Regni spopolò l’Aurora:
E già fugata e prigioniera, e spinta
Fu la grand’Oste: e questo è poco ancora.
Io del destino apro i volumi, e leggo,
10Che del barbaro Impero è già maturo
L’ultimo eccidio che nel Ciel si trama.
Poi volgo il guardo in ver Bizanzio, e veggo
L’ombra di Costantino alta sul muro,
Che il successor dell’Austria aspetta e chiama.
LIII.
Amor s’asside alla mia Filli accanto,
Amor la segue ovunque i passi Gira:
In lei parla in lei tace in lei sospira,
Anzi in lei vive, ond’ella ed ei può tanto.