Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
48 |
5Iddio ti scuote: apre i tuoi saldi chiostri
Urto di guerra a innumerabil danni:
Ma perchè senso a’ suoi rigor non mostri
Dono ti fè d’altri novelli affanni.
Cadono tocche le Città dal forte
10Braccio e un giorno le copre d’erba, e un giorno
Spinge gli aratri in sù l’avanzo informe.
Stridono or mille a te saette intorno
D’inestinguibili strage: e ancor si dorme?
Italia Italia è questo sonno, o morte?
IV1
Non per veste superba, e per altero
Moto di penne eccelse all’aura sparse,
Chiaro e noto il real giovane fero
Agli occhi miei fra mille schiere apparse:
5Ma dove io veggio sotto ’l gran destriero
Cader armi ed armati e strada farse
Fra le più folte turbe il valor vero,
E cieca polve incontro al Sole alzarse:
E correr sangue le rive vicine
10De’ fiumi, e al lampo del veloce acciaro
Pallido farsi anco a’ più forti il viso:
Là tra il sangue le morti e le ruine
E le stragi distinto assai ravviso
Il re, cui l’opre di sua man fan chiaro.
ISABELLA GIROLAMI AMBRA.
Odio invidia vendetta avete vinto:
Io getto l’armi e mi sottraggo al campo:
Non perchè io speri, e nè pur brami scampo
Da sì fieri nemici dond’io son cinto.
- ↑ Per Gio. III. Re di Polonia liberatore di Vienna l’an. 1683.