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Pagina:Zappi, Maratti - Rime II.pdf/13

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Vegliando intere notti all’aer nero
     Starei pel bosco in compagnia de’ lupi,
     Anzi pur del mio duol, ch’egli è più fero.
Alessi.
25Ah Tirsi, Tirsi, ed in quai tristi, e cupi
     Pensier, cieco, t avvogli? Ah ti rammenta
     D’Amita e Alceo le disperate rupi.
Qual duol, qual vana cura or ti tormenta?
     Amor non è; ch’ei mai sì fier non tese
     30L’arco, ond’uom poi tanto sen dolga e penta.
Ma s’egli è Amor, dimmi in che mai t’offese?
     Forse perchè d’un corrisposto ardore
     Le fiamme in te con gentil face accese?
E che saria, s’armato di rigore
     35Con un di rio veleno asperso e tinto,
     Dardo crudel ti avesse punto il cuore?
Ragione allor saria dal duol già vinto
     Di pianger (se li fingi ove non sono )
     Il vivo affanno e il tuo riposo estinto.
40Che manca a te? Di fresca etade il dono
     Non hai caro alle Ninfe? E dolce e grato
     Non hai tu, a par del vento, è il canto e’l suono?
Amo io pur anche o Tirsi, e fiuti al lato
     Ho strali anch’io; par vivo sì contento
     45Qual non sarei per cangiar voglia e stato.
Tirsi.
Tu non ami da vero a quel ch’io sento.
     Uom, ch’ama ed ama lieto, ama per giuoco;
     Alessi, Amor non è che un fier tormento
Ma apri al gregge omai, che del mio fuoco
     50Per via diremo, e di mia doglia acerba:
     Non vedi il Sol, che spunta a poco a poco?
Mira a bei raggi d’or come superba
     Fan pompa i Colli; ascolta gli Agnellini
     Belar d’intorno, e direi: All’erba, all’erba.
Alessi.
55Ecco io ti seguo, o fia per gioghi alpini,