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SCENA V
I suddetti e Niso, seguito da un paggio
Niso. Cesare, o Berenice,
questo dono ti fa. Qui lo depongo.
(prende il bacino e lo depone sopra di un tavolino)
Tu lo discopri e il mira.
Il mio uffizio adempii. Regina, addio.
(parte; torna a chiudersi la porta)
SCENA VI
Berenice e Lucio Vero sul trono.
Lucio Vero. Cesare a te lo deve.
Berenice. Dono spietato e degno
della man di un tiranno,
che racchiudi, che ascondi? O Dio! tu forse
sotto a quel nero vel del caro sposo
la tronca testa... Ah, che in pensarlo io manco,
sudo, agghiaccio... O codarda
destra di Berenice,
che piu tardi a scoprirlo?
Tu ancor mi sei rubella?
Tu non osi ubbidirmi? Ardisci, o lenta.
Su quel caro volto esangue
vo’ finir l’egro respiro.
Scopri, o man! mira, o sguardo!... O Dio, che miro?
(allo scoprirsi del bacino s’ode una sinfonia allegrissima;
cade l’apparato lugubre della scena che si cangia in un sa-
lone imperiale. Sul bacino trova Berenice la corona e \p
scettro. Lucio Vero scende dal trono. Aniceto comparisce
dal fondo della scena)
A. Zeno, Drammi scelti. 7