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i 68 III - ALESSANDRO SEVERO

tutto a costei si ascriva. In lei ti addito
di Sulpizio la figlia. Ad altro tempo
suoi casi udrai. Ti basti
ora il saper ch’ella il veleno e il ferro
mi scopri amica, e che in mercé ne chiede
del suo amante il perdono.
Alessandro. Disponi a tuo piacer del suo destino.
Sállustia. Claudio, sia pena tua l’amar Albina.
Claudio. Pena piú cara a me di ogni mercede.
Se sposo mi gradisci, ecco la fede.
Albina. Ma sia fido marito
chi fu amante spergiuro.
Claudio. Eterno amore al tuo bel volto io giuro.
Giulia. Popoli, or qui raccolti
dell’impero del figlio
con liete pompe a celebrar gli auspizi,
non men di lui, della sua augusta sposa,
date lode alle glorie, applauso a’ fasti;
voi la vedeste invitta, e voi vedeste
ceder tutto ad un core
ove con la virtú si unisca amore.
Tutti. Tutto cede ad un core
ove con la virtú si unisca amore.
Bell’amor
che fai lega con virtú,
canti ogni alma il tuo poter.
Della sorte
tu disarmi anche il rigor,
e lo cangi invitto e forte
in tua gloria e in tuo piacer.