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perché aspettar dal pianto
ciò che vuol darle amor?
SCENA IV
Eleno, Telemaco e Astianatte.
ruine uscite! accelerate il passo.
(escono Astianatte e Telemaco di sotto ad alcune ruine)
Telemaco. Cessò ancóra il sospetto?
Asti an atte Onde il periglio?
Eleno. Sete ha del vostro sangue il fiero Ulisse.
Telemaco. Pubblica voce il grida
artefice d’inganni e tradimenti.
(Eleno tenta di alzare una pietra che chiude l’ingresso
al sepolcro d’ Ettore)
Asti an atte. Oh, se l’incontro, e al fianco
siami un acciar o nella destra un dardo!
Telemaco. (ad Eleno) Che fai signor?
Eleno. Questo gran sasso appena
smover poss’io.
Astia natte. Nel sacro
avel del genitor a che si turba
alle onorate ceneri il riposo?
Telemaco. Forse acciò le sparghiam d’edere e fiori.
Eleno. Pur l’alzai. Voi sicuri
lá vi ascondete.
Astianatte. Oimè! che duro scampo,
dover prima che morti esser sepolti !
Eleno. Aspro, ma solo. Dal furor nimico
chi vi difenderá meglio del padre?
Telemaco. Entriamci pur, che v’entrò prima Ettorre.