Pagina:Zeno, Apostolo – Drammi scelti, 1929 – BEIC 1970951.djvu/231

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Astianatte. Sarebbe ei forse il fraudolente Ulisse?

Telemaco. Leggo in quel volto inganno e crudeltade.
Ulisse. Pia crudeltade! Fortunato inganno!
Andromaca. Tanto non esultar. Ma in tua fierezza
trema. Qui son due figli,
ed uno solo è Astianatte.
Telemaco ed A STI AN AITE. (a due) E in me lo vedi,
Andromaca. Fra lor lo scelga la tua rabbia.
Ulisse. In ambi
lo troverá la morte. A me qual danno?
Andromaca. Si, se non fossi padre. Ornai da’ il cenno.
Fammi teco infelice. In Astianatte
Telemaco si uccida,
Astianatte in Telemaco. Nel morto
avrai sempre il tuo figlio, il mio nel vivo.
Se perdi entrambi, miseri egualmente
saremo, ma tu solo scellerato.
L’arcano è tutto mio. Pensi atterrirmi?
Son la vedova d’ Ettore e son madre.
Tu resta in tuo furor nimico e padre.
Guarda pur: o quello o questo
è tua prole, è sangue mio.
Tu noi sai, ma il so ben io
né a te, perfido, il dirò.
Chi di voi lo vuol per padre?
Vi arretrate? Ah, voi tacendo,
sento dir: tu mi sei madre,
né colui mi generò.

SCENA VIII

Telemaco, Astianatte e Ulisse.

Telemaco. Fermati! Dove, a chi mi lasci, o madre?

Astianatte. Io d’Ulisse in balia? Meglio l’orrore
mi copria di quel sasso.
A. Zkno, Drammi scelti. 15