Pagina:Zeno, Apostolo – Drammi scelti, 1929 – BEIC 1970951.djvu/232

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Ulisse. Nella mia tenda custodite entrambi.

Telemaco. Il figlio in me non ricercar. Sarebbe
amabile il mio padre, ed io ti aborro, (parte)
Astianatte. Astianatte son io. Regni e grandezze
mi tolse il fato, almen mi lasci il nome, (parte)

SCENA IX

Ulisse.

Dal non usato stordimento alfine

scuotiti, alma d’Ulisse.
Tu cercavi un sol bene. Ecco ne hai due,
il nimico ed il figlio.
Che prò? Qual uso farne
puoi? Si uccida Astianatte: amor ne trema.
Telemaco si abbracci: odio il ributta.
Chi scioglierá l’inestricabil nodo?
Natura? Arte l’ha vinta. Ulisse a entrambi
è abbominevol nome.
Andromaca? Qual fede
dar posso ad una madre? In su quel labbro
anche il vero è sospetto.
Che farò? Grecia, Pirro, odio, natura,
tutto mi nuoce. Timido, perplesso,
piú non si riconosce Ulisse istesso.
Una femmina mi ha vinto
di accortezza, e m’ingannò;
e dal cieco labirinto
per uscir la via non ho.