Pagina:Zeno, Apostolo – Drammi scelti, 1929 – BEIC 1970951.djvu/239

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ma alfin natia virtú soccorse il frale

e mi diè forza e spirto. Addio, diletta
madre; vado a morir. Tu piangi? Oh Dio!
Sento morte in quel pianto.
Andromaca. Ahi, figlio mio !
Ulisse. (ad Astianatte) Ti affretta !
(ad Andromaca) E tempo a lagrimar tu avrai.
Astianatte. Andrei, se non piangessi,
con piú costanza a morte.
Madre, non pianger piú.
Dammi gli estremi amplessi.
Vissi assai di, se posso
chiuderli con virtú.
(Astianatte, accompagnato da due soldati, ascende per
le ruine sopra la torre)
Ulisse. (ad Andromaca)
Volgiti e mira con che franco aspetto
sale il tuo figlio...
Andromaca. Oh sempre
vile, oh sempre inumano, oh sempre Ulisse!
Te sospingano i flutti
di mare in mar ramingo. Assorti i fieri
compagni tuoi, sol tu ne sii rifiuto,
e l’omicida tuo sia nel tuo sangue.
(vedesi Astianatte coi due soldati asceso suH’alto della
torre)
Ulisse. Grida; ma il tuo Astianatte
sta giá sull’alto. Io giá do il segno...
(preso in mano il suo fazzoletto in atto di volerlo alzare
verso quegli che sono giá sulla torre, Andromaca corre
a trattenerlo e poi furiosa verso la torre si spinge)