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Pagina:Zeno, Apostolo – Drammi scelti, 1929 – BEIC 1970951.djvu/92

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No, spietati, d’Augusto

non sarò mai.
(Lucio Vero apparisce dalla destra e si tiene nascosto)
Pria Berenice, e seco
mòra il suo sposo.

SCENA XV

Lucio Vero e i suddetti.

Lucio Vero, (facendosi avanti) E morirá. Va tosto,

Aniceto, eseguisci !
Berenice. Oimè! qual gelo
m’occupa il cor? Férmati! ascolta!
Lucio Vero . Parla !
Berenice. Cesare, si vicino
il colpo non temea. Poiché arrestarlo
può sol la destra mia, lascia, ten prego,
ch’io parli a Vologeso anche un momento.
Lucio Vero. Ma se il dono concedo,
che sperar posso?
Berenice. E che temer?
Lucio Vero. Vi assento.
Tu la guidi, Aniceto. E tu, regina,
non ti abusar del dono,
né ti dia confidenza un cor che cede.
Berenice. Farò ne’ dubbi mali
ciò che l’amor, ciò che il dover richiede.
Sugli occhi del mio sposo
forse risolverò;
questo mio cor dubitoso
non sa mirarlo estinto
e abbandonar noi può.
. (parte con Aniceto)