Pagina:Zeno, Apostolo – Drammi scelti, 1929 – BEIC 1970951.djvu/96

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dal dolce mio consorte

non potrá piú staccarmi
immagine d’orror, faccia di morte.
VOLOGESO. E vuoi?
Berenice. Teco morir.
Aniceto. Troppo tu irriti...
Berenice. Parti, né replicar!
Aniceto. M’impose Augusto
che a lui guidarti...
Berenice. E Poseresti, iniquo?
La pena pagherai, se piú resisti.
Parti !
Aniceto. E a Cesare devo...?
Berenice Digli cosi. Quanto risolsi, udisti.
Aniceto. Andrò, dirò cosi
che hai piú che bello il volto,
fiero e superbo il cor.
Ma sará forse un di
tua pena e tuo cordoglio
l’orgoglio ed il rigor.

SCENA XXI

Vologeso e Berenice.

Vologeso. Berenice, abbandona

il disegno crudel. Per quella fede
che ti serbai, che all’ultimo respiro
ti serberò, per quei begli occhi amati
e per cotesta man, per questi rivi
che mi sgorgan da’ lumi,
se m’ami ancor, lascia ch’ io mòra e vivi.
Berenice. Sposo, non piú. Nel tuo morir rifletti
qual parti... e qual rimango.
A che vivrei, te estinto?