Pagina:Zeno, Apostolo – Drammi scelti, 1929 – BEIC 1970951.djvu/95

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SCENA XX

Vologeso, Berenice ed Aniceto.

Vologeso. Berenice, mia vita,

mia bell’alma e mio cor, quanto mi è caro
il poterti mirar pria di morire!
Berenice. Vologeso, raffrena
l’impeto della gioia. Anzi che morto
la bell’alma tu spiri,
vengo pene a recarti e non conforto.
Aniceto. Re, che ancor tal ne’ ceppi
devo onorarti, in si fatai momento
godi un favor d’Augusto.
Sappi usarne in tuo prò. L’alta sentenza
giá per te è stabilita:
o senza Berenice, o senza vita.
Vologeso. Io senza Berenice?
Aniceto. Regina, in vani pianti
perder non devi irresoluta il breve
tempo che ti è concesso;
sola resta e risolvi.
Berenice. No, ti ferma, Aniceto;
giá quest’alma è risolta.
Aniceto. A che?
Vologeso. Forse a lasciarmi ?
Berenice. Di re tiranno empio ministro, ascolta:
vanne a Cesare e digli
che rifiuto il suo amor, sprezzo il suo impero.
(prende Vologeso per mano)
Digli che attendo anch’io
a fianco del mio sposo
la sentenza crudel. Frema, minacci;
digli che noi pavento e che dal mio,