Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/411

Da Wikisource.
(311-312) pensieri 383

vita, come ora che tutto il mondo è sapiente e le cognizioni son proprie di tutte le classi. Del resto, sebbene la morale per se stessa è piú importante e piú strettamente in relazione con tutti di quello che sia la politica, contuttociò, a considerarla bene, la morale è una scienza puramente speculativa, in quanto è separata dalla politica: la vita, l’azione, la pratica della morale dipende dalla natura delle istituzioni sociali e del reggimento della nazione: ella è una scienza morta, se la politica non cospira con lei, e non la fa regnare nella nazione. Parlate di morale quanto volete a un popolo mal governato; la morale è un detto e la politica un fatto: la vita domestica, la società privata, qualunque cosa umana prende la sua forma dalla natura generale dello stato pubblico di un popolo. Osservatelo nella differenza tra la morale pratica degli antichi e de’ moderni sí differentemente governati (9 novembre 1820). Oltracciò, il comune è bensí illuminato e riflessivo al dí d’oggi ma non profondo; e sebbene la politica domanda forse maggior profondità di lumi e di riflessioni che la morale, contuttociò il suo aspetto e superficie offre un campo piú facile agl’intelletti volgari, e generalmente la politica si presta (312) davantaggio ai sogni, alle chimere, alle fanciullaggini. Finalmente il volgo preferisce il brillante e il vasto al solido ed utile, ma in certo modo piú ristretto e meno nobile, perché la morale spetta all’individuo e la politica alla nazione e al mondo. E la superbia degli uomini è lusingata dal parlare e discutere i pubblici interessi, dall’esaminare e criticare quelli che gli amministrano ec., e il volgare si crede capace e degno del comando, allorché parla della maniera di comandare.


*   Alla p. 62, pensiero 1. Osservate però che c’é una differenza in questo fra la letteratura latina e l’italiana, in quanto non le sole cognizioni filosofiche o filologiche, le quali esigevano l’uso delle parole gre-